Troppo bello il primo tempo per non continuare cosi’, inguardabili i secondi 45 minuti per non trovare in Motta il maggiore responsabile. Urge un cambio di passo per lui e per la squadra: il divario di punti con la testa della classifica è ormai ampio e incolmabile, lo è anche la differenza tra il campionato in corso e la scorsa stagione. C’è chi afferma che bisognerebbe “chiedere scusa” a Max per come è stato messo alla gogna. In fin dei conti la Società non può pensare di mettere a tacere i fiorenti mugugni con acquisti e prestiti (se poi non sono risolutivi). Osservando la squadra rimangono molti dubbi e poche certezze: la prestazione dell’estremo difensore bianconero è semplicemente sontuosa, Di Gregorio è sicuramente un punto fermo per la Juventus del prossimo anno, l’intervento che evita il gol di testa di Lukaku non si vede spesso. Quando poi, nel secondo tempo il Napoli, alla ricerca frenetica del pareggio, diventa arrembante, soccombe soltanto su di un libero Anguissa e Lukaku dal dischetto. La prestazione dell’americano di Fort Lewis non è positiva, nonostante sia decisivo sull’azione che porta la Juve in vantaggio. McKennie non trova la misura su Neres e Spinazzola ed è in ritardo sul pareggio di Anguissa. Discorso a parte per Gatti che sembra essere insuperabile nella prima parte di gara, se riuscisse ad avere la stessa intensità ed attenzione per tutti i 90° minuti sarebbe una garanzia. Mentre il compagno di reparto transalpino non si può incolpare della débâcle subita nel secondo tempo, tuttavia Kalulu ci ha abituato ad altro ed avrebbe potuto fare di più. Prestazione sempre ai limiti della sufficienza per Cambiaso, ottimo in fase di avvio nell’azione che Yildiz si divora non alzando il tiro su Meret in uscita, ma sfortunato sulla deviazione in corner da cui nasce il pareggio dei partenopei. Da quando si parla di City sembra essere sopraffatto dai “pensieri”, così Thiago Motta decide di far entrare in campo Savona (65’) che però non poteva spostare gli equilibri, troppo poco il tempo a disposizione e per giunta con una Juve tutta dietro sotto il prerssing del Napoli. Manuel Locatelli ha giocato una partita irriconoscibile, il rigore concesso agli azzurri, probabilmente con un po’ di mestiere, si poteva evitare e Lukaku chiude in anticipo l’incontro ma aprendo la via delle contestazioni in casa bianconera. Il resto della zona mediana è sottotono, Douglas Luiz si fa vedere soltanto per l’anticipo su Anguissa che poteva farlo entrare nel tabellino come autogol. Khéphren Thuram interpreta un primo tempo molto buono, è bravo nel trovare il corridoio per Yildiz, combatte e resiste ai colpi avversari ma scompare nella ripresa, come il resto della squadra. Yildiz deve ancora maturare, spreca l’occasione per portare i bianconeri subito in vantaggio, forse, per troppa sicurezza. Oltre al gol mancato, mentalmente non riesce a metabolizzare l’errore. Il giovane turco deve divenire più cinico e concreto, si spende molto in campo ma le energie devono portare a raccogliere i frutti. Viene sostituito da Mbangula al 65’ e, considerate le recenti prestazioni, orprende non verderlo in campo dal primo minuto dopo l’ottima interpretazione contro il Milan. Contro il Napoli, ed in poco tempo, non riesce ad incidere. Diametralmente opposta è la situazione dell’Orange Koopmeiners, tanto atteso per tutta la stagione del calciomercato estivo, ma il tempo che resta all’olandese di dimostrare di essere da Juve si sta esaurendo. Sembra offuscato da un po Nico Gonzalez, Di Lorenzo lo argina e l’argentino ex viola, lascia un segno impalpabile sulla sua prestazione. Nulla può Conceicao subentrato al 74’. Kolo Muani rimane una delle poche note liete della serata: in attesa di conferme l’attaccante francese, in prestito dal Paris Saint-Germain, ha dimostrato di essere un gran bel giocatore per tecnica e velocità. Anche lui si eclissa nella ripresa più per colpa della squadra che sua.
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