Quando perdi la strada, si dice che una buona soluzione sia tornare sui propri passi per ritrovare ciò che si è perso. Un po’ quello che ha fatto la Juventus riportando a Torino Massimiliano Allegri. In un contesto dove in dirigenza e nella rosa si preannuncia aria di grandi cambiamenti dopo una stagione in chiaro-scuro, la guida tecnica va nella direzione della stabilità e della sicurezza. Nella direzione di chi anche in queste acque agitate e in periodo di cambiamenti possa tenere saldo il timone e conoscere già alla perfezione le insidie dell’ambiente torinese. Lasciando da parte le scaramanzie dei tifosi bianconeri, è innegabile il sentore che in quarantotto, incredibili, folli ore le gerarchie del nostro campionato siano tornate a sorridere alla Juventus. Piaccia o no – anche l’Allegri bis, infatti, è iniziato con l’opposizione di molti, ma non è certo una novità per il tecnico – Max, oltre che il palmares, porta in dote versatilità, concretezza, capacità di lettura e di gestione di gruppo. Certo, due anni lontano dalle panchine potrebbero restituire un Allegri diverso, e la rosa è certamente un’altra rispetto a quella di qualche anno fa, ma carte alla mano, la Juventus sembra aver fatto un deciso scatto in avanti verso il futuro….guardando al passato.
Certo, per i primi pronostici bisognerà aspettare il mercato e le formazioni ai nastri di partenza. Ma rispolverando le conferenze di Allegri, e riprendendo metafore care al nuovo tecnico, il cavallo su cui si è puntato, almeno sulla carta, sembra essere il migliore disponibile su piazza in questo momento. Anche rispetto a quel Zidane che, per quanto affascinante, nasconde molti più rischi. Che in questo momento la Juventus non può permettersi.
Chiusura dedicata ad Andrea Pirlo. Difficile imputargli troppo. Tra difetti di rosa ed esperienza inevitabilmente da creare sul campo ha fatto il massimo possibile. La Juventus, però, non perdona.