Che fatica! Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un ottavo di finale così duro per la Nazionale di Mancini. Non bastano ’90 minuti agli azzurri per sconfiggere una generosa Austria. I nostri ci tengono con il fiato sospeso sino agli ultimi secondi dei minuti di recupero, ma alla fine Caporetto evitata: l’Italia è ai quarti.
L’Italia sin dai primi minuti appare spenta e fatica a trovare spazi in mezzo alle tele e al pressing studiato dall’avversario. Scorrono i minuti, sale il nervosismo, sale la paura (il Var salva un paio di volte gli azzurri). Si chiudono 90′ di sofferenza.
La musica cambia nei supplementari. Ancora una volta è Federico Chiesa l’uomo del destino. L’esterno bianconero si inventa la rete del vantaggio italiano nel primo tempo supplementare. Pochi minuti dopo, Pessina sigla il 2 a 0. Partita chiusa? Neanche per sogno. Kalajdzic mette a segno il 2 a 1 che tiene gli azzurri con il fiato sospeso sino all’ultimo secondo. Fortunatamente, la rete è inutile. Passano gli azzurri, “non passa lo straniero”.
Un monito, però, deve squillare per tutti il calcio italiano. Nazionale, club….ormai sembra essere una costante. Il nostro calcio sembra andare a ritmi diversi da quello del resto d’Europa, e quando i ritmi si alzano, la palla pesa, e gli spazi si chiudono, le alternative sembrano venire meno e fare uscire tutti i limiti. Oggi la qualità migliore ha premiato, ma per un calcio italiano vincente nel mondo a tutti i livelli, serve una svolta.