Il direttore sportivo bianconero racconta progetti presenti e futuri in una lunga intervista.
TORINO – In una lunga intervista rilasciata a Tuttosport, Federico Cherubini tocca diversi temi e parla del nuovo capitolo iniziato con il suo arrivo nella dirigenza della Juventus. In primis, sul nuovo progetto:
L’ambizione e la volontà è quella di mantenere una squadra competitiva, ma attraverso un progetto diverso, attraverso un ringiovanimento che cambierà il volto della rosa. L’obiettivo è avere meno giocatori con un backgroud di spessore e più potenziale che poi spetta all’allenatore valorizzare al meglio. L’obiettivo rimane la vittoria, ma in un modo diverso.
Sul mercato del futuro:
Abbiamo un piano di investimenti e sappiamo già quanto potremmo spendere sul mercato. Sono convinto che riusciremo a cogliere le opportunità che ci si presenteranno, ovviamente orientate al tipo di acquisti fatti finora: giovani, con grandi potenzialità e, possibilmente, italiani. Non precludo la nostra partecipazione alla corsa per Haaland: qualsiasi nostro investimento sarà verso un profilo giovane. C’è un po’ di rimpianto per non averlo preso dal Molde, ma all’epoca stavamo iniziando con la seconda squadra e il prestito era l’unica soluzione per il ragazzo. Forse oggi avremmo più mezzi per accontentarlo.
Sul mercato appena concluso, invece:
Quando mi sono presentato, avevo parlato anche della possibilità di non intervenire sul mercato. C’è stato poi un evento esterno che ha un po’ cambiato le carte in tavola, vale a dire l’operazione chirurgica di Arthur. Locatelli sembrava il profilo ideale per rinforzare il centrocampo, oltre ad essere giovane e italiano. E’ stata una trattativa lunga ma trasparente. Kaio Jorge invece è stata un’opportunità che abbiamo colto: è giovane e molto focalizzato sul calcio, mi dispiace per l’infortunio ma sono curioso di vederlo all’opera.
Capitolo Cristiano Ronaldo:
Non c’erano margini per trattenerlo. Per il bene del club era giusto fare questa scelta e lasciarlo andare. Abbiamo preso Kean, ma non è il sostituto di Ronaldo: con lui, abbiamo anticipato di un anno il futuro. Nella settimana prima di Udine eravamo convinti che Cristiano sarebbe rimasto, poi le cose sono andate diversamente. Non è stato piacevole gestire questa situazione negli ultimi giorni di mercato. Il City non avrebbe pagato per averlo, mentre lo United è stato più rispettoso e alla fine la conclusione soddisfa tutte le parti coinvolte.
Sull’inizio di stagione:
Ci sono stati dei fatti che hanno portato a riflessioni. Ad esempio: La Juventus che abbiamo in mente, sul 2-0 a Udine, porta a casa la partita. Nella gara contro l’Empoli avevamo ottime sensazioni nei primi minuti, poi il calcio è fatto di episodi ma il gol di Mancuso non doveva cancellare quello che di buono era stato fatto prima. Ora c’è il Napoli per ripartire, ma la follia dei calendari ci penalizzerà più di qualunque altra squadra: è un problema globale per cui manca un coordinamento e un’organizzazione generale.
Chiosa finale sul rinnovo di Paulo Dybala:
L’ottimismo che si percepisce è corretto. Sono tranquillo, non mi interessa metterci un incontro in più se poi l’accordo è soddisfacente per entrambe le parti. Non lo ordina nessuno che si debba chiudere al secondo incontro. Dybala ha una centralità nel progetto Ha l’età e le caratteristiche per farlo, ma non vuol dire che si deve caricare da solo il peso della squadra sulle spalle.