Lunga intervista al capitano bianconero ai microfoni di Dazn
TORINO – Giorgio Chiellini si racconta.
Un’ intervista tra passato e presente al capitano bianconero e della Nazionale che affronta vari temi all’interno della rubrica di Diletta Leotta su Dazn.
MOMENTO DIFFICILE – Chiellini parla del post infortunio dell’estate del 2019, con la rottura del legamento del crociato anteriore destro e il conseguente recupero:
“Ho vissuto un periodo duro dopo l’infortunio: sono rientrato dopo sei mesi e poco dopo è scoppiato il Covid e per quasi un anno ho fatto fatica a ritrovare il giusto equilibrio e il pensiero del ritiro si è fatto strada nella mia testa ma sono stati gli Europei a tenermi in piedi e la voglia di esserci a tutti i costi. “
MATTHJIS DE LIGT – Il capitano promuove a pieni voti De Ligt, elogiandolo per qualità tecniche e per mentalità:
“E’ fortissimo, io lo chiamo Thor. Se fosse stato italiano sarebbe stato più facile da tenere così tanti anni, mi auguro che Mino ci faccia il piacere di lasciarlo ancora un po’ di anni a Torino.
Lui ha tutto, ma la differenza la fa la testa: ha 22 anni e la mentalità di uno di 30 e si pone l’obiettivo di voler migliorare tutti i giorni.”
ALLEGRI – Il difensore affronta il suo rapporto con l’allenatore livornese e il suo nuovo ritorno alla guida della panchina bianconera:
“Lui e Conte sono stati gli allenatori più importanti della mia carriera nonostante siano così diversi ma accomunati dall’essere vincenti.
Da loro ho imparato a superare gli ostacoli attraverso l’etica del lavoro e ad affrontare le sfide anche con un pizzico di leggerezza.
L’ho ritrovato molto carico, è una certezza per i prossimi anni della Juve: lui è garanzia di continuità e di cosa vuol dire essere alla Juventus. “
RONALDO – Chiusura sul rapporto con CR7 e l’impatto della dipartita dell’asso portoghese sulla squadra e sul gruppo:
” Sono onorato di aver vissuto questi anni con lui. E’ un alieno, rimarrà nella storia come Maradona e Pelé: ha dato una spinta enorme a tutto il mondo Juve. Che in estate potesse andare via l’avevo percepito: Cristiano sentiva il bisogno di una squadra che giocasse per lui e quando questo accade è sempre decisivo. Lo sta dimostrando anche adesso e lo ha dimostrato in tutta la sua carriera, compresi gli anni in cui è stato con noi. Alla Juve è in atto un programma di ringiovanimento e poteva starci che lui scegliesse una squadra che puntasse al presente e quindi a vittorie immediate. E’ andato via il 28 agosto, sarebbe stato meglio se fosse uscito prima perché il suo addio ha creato un piccolo shock e qualcosa in termini di punti lo abbiamo pagato ad inizio anno”.