LE DICHIARAZIONI – Intervistata ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”, Evelina Christillin, membro Uefa nel consiglio Fifa, parla di Juventus e di cosa è successo dopo la notizia della nascita della Superlega. Di seguito le sue affermazioni.
Il fatto che l’Uefa continui a ripensare il format della Champions dimostra che c’è anche attenzione alle richieste dei club.
“Esatto, il punto è proprio questo. L’Uefa non vuole restare ferma, è sempre disponibile a rimettersi in gioco per il bene del calcio e per la soddisfazione dei tifosi che restano il primo pensiero. La Superlega era soprattutto una manovra economica che avrebbe consentito ai club fondatori di ripianare i loro ingenti debiti. La mancata condivisione del loro progetto fu il primo errore, seguito poi da tutti gli altri”
Quando uscirono i primi spifferi, lei come reagì?
“Inizialmente non ci avevo creduto. Era una storia strana, avevo sentito Andrea Agnelli il giorno prima, spesso arrivavo alle riunioni in macchina con lui. Fu tutto surreale. La voce girava, ma furono molto bravi a tenere tutto nascosto”
Poi arrivò il comunicato di mezzanotte.
“E crollò il mondo. Il mio mondo, visti i rapporti con la famiglia Agnelli e il ruolo che ho nell’Uefa. Ogni dieci minuti cambiava lo scenario, non si capiva cosa stesse accadendo. Ci sono state riunioni continue per ventiquattro ore, sembrava un attacco micidiale al sistema”
La reazione non si fece attendere.
“Già nella notte arrivarono le telefonate di Macron e Johnson. Il giorno dopo anche Draghi rilasciò una dichiarazione. L’idea di fondare la Superlega era sbagliata, lo dico chiaramente e senza alcun dubbio. Dentro di me la ragione ebbe subito la meglio sul cuore. Sono rimasta fedele all’Uefa perché penso che il calcio debba essere di tutti. Il progetto della Superlega si sgretolò in fretta perché aveva completamente ignorato la parte più importante del calcio: i tifosi, quelli che amano i loro campionati, che spendono soldi e tempo per le squadre e le partite, che sono animati da grande e sincera passione. La protesta della gente fece capire quanto grosso fosse stato l’errore. E nove club si tirarono indietro subito”
Si è sentita tradita alla luce del suo rapporto con Andrea Agnelli?
“Tradita no, però avevo il cuore diviso a metà. Non avrei potuto comportarmi diversamente da come ho fatto, è stata la decisione giusta. Ma questo non cambia nulla per quanto riguarda il mio affetto e la mia gratitudine per la famiglia Agnelli e il tifo per la Juve: la società e la squadra si riprenderanno rapidamente. Sa come diciamo noi in questi casi, vero? Fino alla fine”