Con Antonio Conte la Juventus giocava più sulla gruppo. Con l’arrivo di Allegri nel 2014, la squadra si basava sul singolo. Adesso il toscana dovrà inventarsi qualcosa
EVOLUZIONE – Il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus dovrebbe essere un nuovo inizio, un ritorno alle origini. Un passato partito tutto da Antonio Conte nel 2011, quando i bianconeri non eravano visti come i favoriti per lo scudetto. Il salentino impose duro lavoro, spirito di sacrifico e nessuno superiore agli altri. Il tutto condito tatticamente dal 3-5-2 che andò a valorizzare diversi rincalzi (uno fra questi, proprio Emanuele Giaccherini). Non c’era l’idea del “goleador unico”, bensì avrebbero dovuto essere in tanti. In quegli anni il massimo realizzatore su Arthuro Vidal. Quando poi Conte lasciò nel 2014 il posto ad Allegri, la situazione rimase pressoché uguale. La svolta arrivò alla fine della stagione 2014-15 con l’arrivo di Paulo Dybala per un totale di 40 milioni di euro. È il primo esempio di prevalenza della star che, quasi sempre, riveste il ruolo da attaccante. A seguire, nel 2016 arrivò Gonzalo Higuain e nel 2018 Cristiano Ronaldo. Dipende tutto da loro: la Juventus si basa tutta sui propri top player.
ULTIMO ANNO – Siamo al 2021 e Allegri è stato richiamato alla base per tornare a vincere. Dopo il brutto avvio di stagione, c’è bisogno di chiarezza, di stabilità, ma sopratutto di costruzione. Qualcosa di innovativo che possa ridare alla Juventus quel appael che è durato 9 anni a questa parte. Il tecnico bianconero è chiamato in causa per creare a suo modo e a suo stile, qualcosa di nuovo. Qualcosa che porti la Madama dove merita di stare: sul tetto d’Italia.