La Supercoppa Italiana di San Siro va all’Inter che piega per 2-1 la Juventus ai tempi supplementari. Apre il gol illusorio di McKennie, poi De Sciglio regala il rigore del pareggio. Nel finale del secondo supplementare il gol decisivo di Sanchez, viziato anch’esso da un errore
Una grande serata di calcio rovinata dalle indecisioni dei singoli. Questa la sintesi di un Inter – Juventus che lascia l’amaro in bocca a tutti coloro che hanno il bianconero nel cuore. Un match già di per sè proibitivo, viste le condizioni in cui versava la squadra di Massimiliano Allegri (fuori Cuadrado, De Ligt, Danilo, Bonucci, Chiesa) e la forma straordinaria messa in campo in questi mesi da quella di Simone Inzaghi.
Un primo tempo che si apre in tremenda sofferenza per la Juve, soprattutto a causa della grande aggressività iniziale dei nerazzurri che hanno ben 3 palle gol nei primi 10 minuti di gara. Sembra l’inizio di una serata complicata per Allegri e soci, ma al minuto 25 il lampo che illude i bianconeri: Morata si defila sulla sinistra, punta Skriniar e va al cross al centro che trova perfettamente l’inserimento di Wes McKennie. 0-1 Juventus a San Siro. Presentarsi alla mezz’ora del primo tempo in casa degli acerrimi rivali con il vantaggio sembrava utopia per l’evolversi del match, ma ‘Madama’ è riuscita a sorprendere il muro invalicabile del trio Skriniar–De Vrij–Bastoni. Serve sofferenza, ma anche lucidità difensiva per poter reggere l’urto nerazzurro, ma bastano soltanto 10 minuti per vanificare qualunque idea che possa portare in quella direzione: De Sciglio interviene inutilmente in ritardo su Dzeko in area di rigore e concede il penalty. Lautaro Martinez resta freddo davanti a Perin e ristabilisce la parità.
I primi 5 minuti del secondo tempo avrebbero potuto consegnare alla vecchia signora un nuovo vantaggio grazie a due ghiotte occasioni per Bernardeschi. Nella prima, Rabiot è bravo a scendere sulla sinistra e mettere il cross basso all’indietro per il rimorchio dell’ex Fiorentina, ma il suo tiro lambisce il palo della porta difesa da un immobile Handanovic, mentre nella seconda chance il ‘Brunelleschi’ è bravo a sgasare da destra verso il centro e trovare la percussione per andare con il tiro verso la porta dai 20 metri, ma la sfera termina alta non di molto. 10 minuti più tardi è l’Inter a flirtare con il vantaggio con il colpo di testa di Dumfries, dove Perin ed il palo devono dire di no all’esterno olandese. Per il resto, poche emozioni nei restanti 30 minuti e si scivola via verso i tempi supplementari (non senza sofferenza per la Juve).
La mossa della mezz’ora del secondo tempo adottata da Inzaghi, ovvero quella di inserire Sanchez per Dzeko, potrebbe risultare decisiva già al quinto minuto del primo supplementare, ma il suo colpo di testa termina clamorosamente a lato. Dybala prova a rispondere nell’immediato cercando un sinistro dei suoi, ma il pallone è alto. Il monologo Inter ha uno spartito ben preciso e organizzato, ma manca nel guizzo che possa riuscire a far sobbalzare gli spettatori, la Juve invoca un’interruzione di gioco per consentire a Leonardo Bonucci di entrare in campo ed essere disponibile per la lotteria dei rigori. Una lotteria dei rigori che purtroppo non arriverà mai a causa del gol del vantaggio nerazzurro. Nella fattispecie, Dimarco dall’esterno di sinistra mette in mezzo la palla della disperazione, Alex Sandro sembra in controllo non avendo pressione, ma appoggia di petto un pallone che andava sparato in tribuna e regala a Darmian il pallone giusto per servire Sanchez il quale, tutto solo, può insaccare.
Finisce così un match intriso di sofferenza e soprattutto resistenza, un match dove la Juve ha tenuto con orgoglio la fase difensiva grazie anche ad una vecchia volpe a protezione della porta di Perin come Giorgio Chiellini, ma che non ha mai convinto del tutto in fase di possesso. Una squadra che si è comportata bene soltanto quando la sfera è transitata tra i piedi della ‘Beneamata’, cercando di (concedetemi il termine) ‘sfangare’ la gara secca ai calci di rigori. Le grandi squadre non perdonano le indecisioni e l’Inter può essere considerata tale, mentre la stagione della banda Allegri sembra essere riassunta nelle ingenuità colossali dei singoli. Due errori infami, forse anche un po’ crudeli, a dimostrazione che nel gioco del pallone speculare può rivelarsi diabolico.