Se è vero che non siamo al punto “Non mi interessa, basta che questa telenovela finisca”, è anche vero che non siamo troppo distanti. Perché del rinnovo di Paulo Dybala si parla da tanto, troppo tempo, e in tanti iniziano a pensare che la situazione abbia raggiunto una dinamica tanto ripetitiva da diventare stucchevole. Tra offerte recapitate e presunte offerte esorbitanti, tra pandemia e crisi economica, tra infortuni e grandi giocate, tra accuse reciproche e guardi di sfida la realtà è che da un anno la trafila è la stessa. Si rincorrono voci di imminenti incontri, di accordi, di lavori continui e di dettagli, salvo poi fare marcia indietro e dire che no, per il rinnovo di Dybala è tutto slittato un’altra volta. Ora per volere della società, ora per volere del calciatore. Il 10 Marzo, oggi, doveva tenersi l’ormai fantomatico incontro tra la Juventus e l’agente della Joya Jorge Antun, e invece siamo ancora una volta al punto di partenza nonostante l’agente sia già arrivato a Torino. L’incontro slitterà a dopo la gara contro il Villareal, a quanto si dice. Troppo importante la gara europea per distogliere l’attenzione con questioni contrattuali. Ragionamento che non fa una piega. E, ad onor del vero, è un discorso che ha coinvolto anche gli altri giocatore in scadenza di contratto, non solo Paulo. Ma (ed è un grosso ma) Dybala non è un giocatore come gli altri e non è il primo dietrofront dell’odissea nel quale si è trasformato il suo prolungamento di contratto. Perché la situazione è sotto il perenne scrutinio mediatico, perché continuano a rincorrersi le voci di interessamenti di altri club, perché la scadenza si avvicina a grandi passi, perché la distanza tra la Joya e la Juventus sembra essere sempre la stessa. Niente di nuovo, direte voi. Non esattamente. Perché anche nei rinvii c’è sempre qualche spunto nuovo. E in questo senso, viene spontaneo chiedersi se è davvero possibile arrivare a pochi mesi prima della scadenza senza conoscere il futuro del numero 10 della Juventus. La risposta in mia opinione, probabilmente, è no. Se tre indizi fanno una prova, appare sempre più probabile che in realtà, tra una chiamata segreta e un incontro mancato, tra una parole pubblica e un mezzo accenno, il dado sia già stato tratto e abbia già dato la sua risposta. Sarà caduto sul sì o sul no? Gli unici a chiederselo continuano ad essere i tifosi. Società e calciatore, invece, aspettano solo il gioco delle parti per concretizzare la risposta che è scritta li, tra la dichiarazione d’amore e lo sguardo di sfida.
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