E’ ormai questione di pochi giorni, poi la trattativa più importante della finestra di mercato invernale vedrà la luce. Il bomber della Fiorentina sta per trasferirsi a Torino dove lo aspetta un quadriennale a 7 milioni netti a stagione. L’operazione è considerata un investimento preventivo per non perdere in competitività nell’immediato. Ma è anche il colpo che avvia un profondo ripensamento del volto della Juventus di Allegri.
LINEA VERDE – Dusan Vlahovic e la Juventus non sono mai stati così vicini. Gli ultimi dettagli, poi arriveranno l’annuncio e il momento della firma. La sorpresa per un movimento di mercato improvviso e insperato sta per lasciare il posto alle considerazioni che un approccio più razionale può produrre. Archiviate le reazioni di gioia, di chi si fa superare dal proprio entusiasmo, e di paura, di chi ha già calcolato le criticità contabili di un’operazione tanto onerosa, è tempo di tracciare un quadro quanto più veritiero possibile di cosa sarà la Juventus nel futuro prossimo. L’arrivo della punta viola prosegue ed incentiva un ringiovanimento della rosa inaugurato da de Ligt e portato avanti da Kulusevski, Mckennie e Chiesa. La carta d’identità del serbo recita, infatti, anni 21. Ma oltre ai dati anagrafici, ciò che ha convinto la società di via Druento ad affondare il colpo sono ben altri numeri. In primis i 34 gol che la squadra di Allegri ha messo a segno nelle 23 giornate di campionato. Pochi se si guarda ai 53 dell’Inter. Senza scomodare la capolista, le reti bianconere sono la nota dolente anche se confrontate a quelle realizzate da Milan, Napoli e Atalanta (rispettivamente 43, 47, 44). E sono meno anche delle 41 marcature della Fiorentina nel medesimo segmento di stagione. Casella dolente, dunque. Soprattutto se si considera che le gioie viola sul tabellino marcatori recano per 17 volte in 21 gare la firma di Vlahovic. Una media da non poter proprio ignorare se sei la Juventus e vuoi tornare grande con un progetto giovani, come pontificava Andrea Agnelli nell’Assemblea degli azionisti che precedeva l’acquisto di CR7. DV9 è il promettente giovane di Belgrado al quale chiedere quei gol che finora segnano un gap con le prime della classe.
AVVICENDAMENTO – E analizzando gli effetti del trasferimento della punta serba, non si può non ipotizzare cambiamenti importanti nel reparto offensivo. Il primo, già maturato nella testa dei dirigenti bianconeri e confermato dall’ingaggio del nuovo numero 9, è quel che concerne il futuro di Alvaro Morata. Certo di un mancato riscatto, le strade tra la società torinese e il calciatore spagnolo si separeranno. Resta da capire se Xavi e i catalani avranno tempo e volontà di riprendere con maggiore convinzione una trattativa troncata sul nascere nelle scorse settimane. Alvaro sa bene dell’interesse del Barcellona sospinto dall’attuale allenatore e insiste nel volersi informare su quanto sia davvero plausibile un suo sbarco in blaugrana in questi giorni. Allegri è tra i principali sponsor della sua permanenza a Torino ma l’arrivo di Vlahovic gli precluderà, crediamo, molto spazio. Con i Mondiali da disputare, l’ex Real Madrid non potrà perdere terreno e minutaggio. Nella giornata di ieri Morata ha avviato la discussione con i propri agenti per capire quale sia la mossa migliore per la sua carriera e a quale decisione giungere già a gennaio. Nutro forti dubbi sulle tempistiche. Non credo che Juventus, Atletico Madrid e Barcellona possano trovare un’intesa nell’immediato. Con molta probabilità Alvaro rimarrà sotto la Mole fino a giugno, nonostante non gli dispiacerebbe affatto indossare la camiseta blaugrana dal 1° di febbraio. Tra sei giorni il reparto avanzato di Madama avrà un volto nuovo, vedremo se sarà anche vincente.