L’andata della semifinale di Coppa Italia termina 1-1
TENSIONI – Una partita che non si limita mai ai 90’ e al terreno di gioco, ma comprende molto altro. Anche quello di ieri sera è stato un Juventus – Inter carico di significato, con tante chiavi di lettura che, alla fine, confluiscono in un risultato che sorride ai nerazzurri, che tornano a Milano strappando un pareggio che pareva ormai insperato. I bianconeri, giocando una partita di grande intensità, lasciano il terreno di gioco con l’amaro in bocca: non tanto per eventuali occasioni sprecate ( solo Milik avrebbe qualcosa da rimproverarsi), ma perché Perin è stato chiamato seriamente in causa soltanto da Brozovic nel primo tempo, ben protetto dal suo muro difensivo. A tempo ormai scaduto, però, una delle colonne ha vacillato: Bremer ha mancato completamente il tempo dell’intervento toccando il pallone con il braccio, Lukaku ha trasformato l’ennesimo rigore della sua avventura milanese, dando il là al parapiglia finale, concluso con tre espulsioni e tanta confusione. Al ritorno, il 26 aprile a San Siro, Allegri dovrà fare a meno di Juan Cuadrado, che, dopo aver iniziato un dialogo dai tratti semi-amichevoli con Samir Handanovic al fischio finale, ha avuto un pesante diverbio con l’ex compagno all’Udinese, culminato nel cartellino rosso a entrambi. Prima, Lukaku aveva esultato in maniera polemica verso la Curva Sud dopo aver ricevuto ignobili insulti, dei quali è già partita la caccia ai responsabili. Già ammonito per un brutto fallo su Gatti, il belga ha salutato inanzitempo la partita, consapevole però di aver procurato un dispiacere proprio agli stessi che lo hanno bersagliato dagli spalti.
ALLEGRI SOLO A TRATTI – Il tecnico della Juventus aveva già parlato delle difficoltà della sfida, ben conscio di trovarsi davanti a un avversario che, seppur ferito e a tratti moribondo nelle ultime settimane, può vantare interpreti di alto profilo. I bianconeri pagano una serata poco ispirata di Angel Di Maria (che non ha preso bene la sostituzione), l’uomo di maggior talento, che non riesce mai a creare situazioni pericolose se si esclude una conclusione nel primo tempo che Handanovic riesce a neutralizzare. Vlahovic è ancora un lontano parente del bomber di razza ammirato nella prima parte dello scorso anno e nel suo passato a Firenze, ma ha dato segnali incoraggianti, soprattutto a livello mentale. Buona notizia il rientro di Federico Chiesa. L’apporto dell’esterno azzurro è vitale per il gruppo, e aprile è appena iniziato: le prossime sette partite decideranno il destino stagionale della Juventus.