Poco è cambiato dalla sfida dell’andata, quando ad avere la meglio sono stati i bianconeri vittoriosi allo Stadium per 1 a 0. Entrambe le squadre, infatti, continuano a manifestare gli stessi problemi, con i due allenatori che intravedono la luce a intermittenza.
STESSO COPIONE? – Simili, ma diversi. Domani sera, sul terreno dell’Olimpico, Massimiliano Allegri e José Mourinho torneranno a sfidarsi dopo poco di più di tre mesi, quando i bianconeri hanno superato gli avversari vincendo di misura grazie ad una rete di Moise Kean. I risultati deludenti di questo inizio anno hanno già in parte rimesso in discussione quelle certezze, seppur labili, acquisite nell’ultimo scorcio del 2021, con la Roma reduce da un fragoroso successo ai danni dell’Atalanta e la Juventus che ha inanellato un filotto di vittorie importanti in ottica classifica. Invece, il pareggio contro il Napoli (per i bianconeri) e la sconfitta contro il Milan (per i giallorossi) hanno nuovamente riportato a galla i problemi che, da qualche mese a questa parte, affliggono entrambe le squadre, rendendo per molti versi simile il loro andamento. Trattasi, infatti, di due compagini che pressano poco e male e che, soprattutto, non si muovono quasi mai come un organismo unico, come se mancasse quel filo conduttore tra i vari reparti e i tasselli non riuscissero a trovare il giusto incastro. Due squadre protagoniste di una evidente altalena di risultati e prestazioni, che talvolta sembrano trasportate dal vento della partita, affidandosi alla estemporaneità in quanto prive, forse, di grandi campioni che possano risolvere la serata. Mentre la Roma deve fare maggiormente i conti con una pesante fragilità difensiva, la Juventus continua a mostrare i soliti problemi nel reparto avanzato, arrecando il peggior attacco dal 1999 con soli 28 gol. La squadra di Allegri, pur avendo migliorato la fase arretrata, tende a mostrarsi inspiegabilmente passiva e poco arrembante, finendo molto spesso per soffrire la migliore circolazione del pallone avversario, proprio come è accaduto anche contro un Napoli decimato dalle assenze.
A CONFRONTO – Il loro palmarés parla chiaro. Allegri vince in Italia: 6 gli Scudetti vinti (5 con la Juventus, 1 col Milan), a cui si aggiungono 4 Coppe Italia (record con Eriksson e Mancini) e 3 Supercoppe. Mourinho, invece, rimane per antonomasia l’eroe del triplete nerazzurro, ma anche uno che ha saputo vincere in più occasioni la Champions (due volte con Porto e Inter) e altrettante Coppa Uefa con Porto e Manchester United; in Italia sono due gli Scudetti vinti dal portoghese, sempre negli anni d’oro di Milano. Quando la scorsa estate si sono presentati come i nuovi condottieri, le aspettative erano sicuramente ben diverse, entrambi chiamati a ridestare con il loro tocco magico le belle addormentate Juventus e Roma. Allegri, al grande ritorno a Torino dopo l’esonero di due stagioni prima, è alla ricerca del tempo perduto, sperando di lasciare definitivamente il segno vincendo, prima o poi, quella fatidica Champions sfiorata (diversi anni orsono) per ben due volte. Mourinho, tornato in Serie A ad undici anni di distanza dal triplete interista, invece è probabilmente in cerca di una seconda o terza giovinezza, dopo essersi mostrato, pur mantenendo i suoi tratti peculiari, più ammorbidito nel tempo. Dopo un primo round sullo stile delle più avvincenti montagne russe, anche all’inizio del girone di ritorno Max e José continuano però a fare i conti con gli stessi problemi, senza lasciare intravedere una soluzione, una svolta o qualcosa della loro antica lucentezza. Di tempo a disposizione ce n’è a sufficienza, ma il cambio di passo dovrà materializzarsi in tempi relativamente brevi, per garantire quel salto di qualità auspicato fin dal principio. Anche se lo Scudetto è un capitolo ormai archiviato sia per la Juventus che per la Roma, in ballo continua ad esserci molto altro.