La Juventus conclude il mese con un pareggio confortante per certi versi, ma i dati delle ultime partite invocano un cambio di marcia assolutamente necessario
RIPARTIRE – Mai proverbio fu più azzeccato come nel caso della Juventus, che con il pareggio in terra emiliana si lascia alle spalle un mese di Aprile assolutamente da dimenticare, soprattutto in campionato. E dire che si era aperto anche bene, almeno sul piano dei risultati, grazie all’1-0 ottenuto all’Allianz Stadium contro il Verona. Poi, però, sono seguite 3 sconfitte consecutive, contro Lazio (2-1), Sassuolo e Napoli (entrambe per 1-0): Madama non perdeva tre gare di fila in campionato dai tempi bui di Gigi Delneri allenatore. Al pessimo rendimento in campionato va aggiunta l’eliminazione in semifinale di Coppa Italia ad opera dell’Inter (1-1 a Torino, 1-0 per i nerazzurri a Milano), maturata lo scorso mercoledì al termine di una gara avulsa da parte dei bianconeri, in grado di rinnegare la loro anima più profonda, quella di squadra – diciamo – resiliente, capace di tirare fuori uno spirito gagliardo nel momento del bisogno, quando più serve.
Ieri sera, forse, quel senso di appartenenza mancato contro l’Inter si è intravisto a più riprese contro il Bologna, laddove i bianconeri, specie sul finale di primo tempo, hanno dovuto fare la conta delle occasioni sprecate. Al di là dei meriti di Skorupski, protagonista di parate davvero importanti, è evidente come la squadra di Allegri non riesca ad essere letale sotto porta: le occasioni latitano, ma anche quando ci sono manca sempre la dovuta concretezza. Vedi l’episodio di Locatelli: come può un giocatore, a due passi da Skorupski, non calciare deciso in porta, ma pensare di cercare il compagno? In certi momenti, l’altruismo va messo da parte, perché la fame e la determinazione devono prendere il sopravvento, soprattutto quando si è sotto di un goal e devi raddrizzare una partita che potrebbe mettersi anche peggio. Lo stesso discorso vale per Arek Milik, apparso troppo ‘molle’ al momento di calciare il rigore: in quei momenti, devi andare forte e deciso e lasciare da parte virtuosismi che non puoi permetterti.
Quella del primo tempo è stata una Juventus più intraprendente del solito, ma che al contempo ha peccato di troppa leggerezza in diverse occasioni. A tirar fuori la squadra dalle sabbie mobili ci hanno pensato i più giovani, con Allegri che nel secondo tempo ha avuto la giusta intuizione di inserire Iling-Junior e Soulé. Come accaduto a Lisbona e a Lecce, a cavallo fra ottobre e novembre, è il primo a dare la scossa con una combinazione con Chiesa che fa carambolare il pallone sui piedi di Milik, che riscatta l’errore dal dischetto e con un bel diagonale pareggia i conti. Sul finale di partita, Soulé spreca la rete del ko calciando fuori da posizione ottimale, ma (e su questo Allegri ha pienamente ragione) non si può pretendere fin troppo da giovani che contano appena dieci partite in Serie A.
L’Aprile della Juventus termina dunque con un pareggio, nell’arco di un mese in cui i bianconeri hanno raccolto 2 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, con 6 gol fatti e 8 subiti. Le buone notizie sono due: il ritorno al gol con un attaccante e su azione (a quasi un mese di distanza dagli ultimi) e il fatto di essere ancora in corsa per la Champions League, anche se un terzo posto con sei squadre in sei punti preannuncia una bagarre infinita fino all’ultima giornata. Mercoledì, col Lecce, serve una vittoria per tornare a sorridere in campionato, senza dimenticare l’Europa League. La sfida contro il Siviglia dell’11 Maggio è sempre più vicina e, dalle parti di Vinovo, conoscono perfettamente la sua importanza.