Aaron Ramsey e Federico Bernardeschi hanno disatteso le aspettative. Il loro rendimento alla Juventus e in nazionale cambia sostanzialmente, a tal punto da diventare un caso.
TRASFORMAZIONE – Per provare a capire le ragioni della disforia del rendimento dei due calciatori bisogna avere fra la mani qualche romanzo: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Stevenson, Il visconte dimezzato di Calvino, Uno, nessuno e centomila di Pirandello, questi tre potrebbero andare bene. I protagonisti di questi racconti hanno una caratteristica in comune: sono vittime di un trasformismo tanto intenzionale quanto involontario. Lo stesso vale per Ramsey e Bernardeschi. Il gallese in nazionale è un trascinatore: è – insieme a Bale – il leader tecnico e carismatico della squadra; scevro da condizionamenti e pressioni riesce ad esprimere al meglio le sue qualità. A ciò si aggiunga pure una dose di fiducia che dalle parti di Torino non gli è mai stata accordata, un po’ per scelta un po’ per gli infortuni che non hanno mai dato modo ai tecnici, che si sono avvicendati nel tempo sulla panchina della vecchia signora, di apprezzarne appieno le caratteristiche. Stesso discorso per l’ex viola: arrivato alla Juventus nel 2017 con l’entusiasmo e la voglia di chi crede di poter fare un salto di qualità, si ritrova adesso in un limbo da cui sembra non riuscire ad uscire e in cui non fa altro che annaspare. Con la maglia della nazionale ha sempre approcciato nel modo giusto le partite, mostrando quelle qualità che hanno spinto la dirigenza bianconera a investire su di lui 40 milioni di euro.
SCENARI – Col bilancio in negativo e un mercato che punta, tendenzialmente, ad autosostentarsi i due rappresentano una preziosa merce di scambio. A livello di ingaggio gravano sulle casse bianconere per ben 11 milioni di euro (bonus esclusi). Per Ramsey è sempre calda la pista inglese, con l’Arsenal disposto a riaccoglierlo a braccia aperte. Per Bernardeschi, invece, è sfumato l’interesse della Lazio di cui si parlava nel mercato estivo. La separazione sembra pressoché inevitabile, ma magari nel frattempo le cose cambiano e gli attori prendono il posto delle controfigure viste sulla scena fino ad ora.