Andiamo ad analizzare lo schieramento in campo e le peculiarità tattiche dell’Atalanta
SCOGLIO CHAMPIONS – La partita di domenica pomeriggio al Gewiss Stadium tra l’Atalanta e la Juventus rappresenta uno snodo fondamentale per le ambizioni Champions League di entrambe le squadre. I bergamaschi vengono da 4 vittorie di fila in campionato, mentre la Juventus sembra aver ritrovato fiducia dopo le vittorie con Napoli e Genoa. Ma concentriamoci sulla squadra di casa, che sarà sicuramente una delle squadre più difficili da affrontare. Scopriamo perchè.
FASE DIFENSIVA – Una delle caratteristiche dell’Atalanta è quella di adattarsi alla disposizione in campo degli avversari, nonostante il 3-4-1-2 sia un dogma. Contro una difesa a 3, i 2 attaccanti ed il trequartista si dividono i compiti, andando a pressare i 3 difensori centrali avversari in impostazione. Freuler, ovvero uno dei due centrali di centrocampo, è sempre il giocatore che va a pressare il fulcro di gioco avversario, mentre De Roon scivola sull’esterno per marcare la mezz’ala di competenza. In questo modo l’esterno di centrocampo che presiede nella zona di gioco alza la pressione, mentre l’esterno opposto rimane più schiacciato dietro. Discorso differente per le squadre con la difesa a 4, dove i due attaccanti vanno a dar fastidio ai due centrali, mentre il trequartista (Pasalic, Pessina, Malinovskyi a seconda delle scelte) va a pressare alto sulla prima costruzione di gioco del regista avversario. Quando il pallone viaggia sull’esterno, è subito il cursore di fascia che va a pressare, creando uno spazio alle sue spalle che viene riempito immediatamente dal centrale di difesa a 3 di competenza. La marcatura scelta da Gasperini è quella a uomo non solo sulle palle inattive, ma anche e soprattutto nello sviluppo del gioco avversario, ragion per cui può essere letale un duello perso sull’1 contro 1.
FASE OFFENSIVA – In impostazione uno dei due centrali di centrocampo scende sulla linea dei difensori per girare palla sull’esterno, dove trova il centrale di competenza che intanto si è allargato. Il pallone, in questa prima fase, si muove solo per linee orizzontali per creare superiorità numerica sulla corsia. Un’altra variante è quella in cui l’esterno riceve palla sulla fascia e va a combinare un triangolo con una delle due punte, che intanto si stacca dalla pressione dei difensori avversari e prova a mandare in profondità il compagno. Nelle azioni di contropiede, molto spesso uno dei 3 centrali sale assieme alla squadra, dando una soluzione in più per la rifinitura dell’azione offensiva. Chiaramente un rischio, ma la Dea ha fondato il suo gioco vincente sul voler rischiare. L’Atalanta crea moltissima densità sul lato palla, obbligando gli avversari a stringersi tanto e lasciare spazio agli inserimenti senza palla dell’esterno opposto, vedasi il dato sui gol realizzati da Gosens (9 gol e 8 assist lo scorso anno, 9 gol e 5 assist quest’anno). Se la pressione avversaria è accurata e copre anche le linee di passaggio più semplici, viene in soccorso la fisicità di Zapata, che viene innescato da lanci lunghi dalla difesa. Il colombiano tende a tenere palla e difenderla molto bene viste le sue qualità, per poi innescare un compagno, oppure partire in progressione solitaria grazie alla sua rapidità e il suo strapotere fisico. L’analisi è tratta da Alesia.