Il centrocampista del Psg offre ad Allegri una doppia strada tattica in mediana: Paredes può giocare da play basso in una linea a tre con Locatelli e Miretti o prendere il posto di quest’ultimo in cabina di regia.
SCHEDA TECNICA – I problemi emersi dalla gara con la Sampdoria la Juventus ha provato a risolverli con buona brillantezza nella gara con la Roma, complice anche un’intensità agonistica che non si era vista nelle prime due giornate di campionato. Nella prima costruzione del gioco per vie centrali e nell’impostazione della manovra Fabio Miretti aveva efficacemente preso in mano le briglie del cavallo bianconero e condotto una gara sontuosa, quella contro i giallorossi, che sembrava lasciarsi alle spalle in toto o in parte il deserto al centro del campo ammirato a Marassi. Eppure l’arrivo di Leandro Paredes, esperto metronomo di centrocampo richiesto in prima persona da Massimiliano Allegri, sta a significare che i bianconeri inseguono un’ulteriore soluzione, quella del più rodato regista argentino. Ventotto anni, 1,80 di altezza, piede destro naturale: queste le caratteristiche di base per un mediano dal tocco di palla superiore alla media. Paredes ha mosso i primi passi tra le fila del Boca Juniors, club con il quale esordirà nella massima divisione il 7 novembre 2011 (28 presenze, 5 reti). Il primo club italiano ad interessarsi al calciatore è la Roma che, non avendo più slot liberi per gli extracomunitari, il 29 gennaio 2014 lascia che sia il Chievo Verona a tesserarlo in prestito. Con la maglia degli scaligeri Paredes disputerà una sola partita, quella con il Torino persa 1-0. Nel luglio dello stesso anno passa ai giallorossi che ne riscatteranno l’intero cartellino e con i quali disputerà una stagione (10 presenze con 1 gol) prima di trasferirsi in prestito all’Empoli. Disputerà una buona stagione con i toscani fatta di 33 gettoni e 2 marcature. Convinto dall’annata positiva, il calciatore torna a Roma per la stagione 2016/2017 che sarà anche quella del suo esordio in Champions League. Paredes chiuderà l’anno con 27 presenze e 3 reti. Il 1º luglio 2017 viene ceduto a titolo definitivo allo Zenit, club del quale vestirà la maglia per una stagione e mezza (43 presenze e 7 gol). Nel gennaio 2019 raggiunge il Parco dei Principi per 40 milioni di euro, legandosi al Psg con un contratto fino al 30 giugno 2024. Con i transalpini può vantare, ad oggi, 117 presenze e 3 reti in carriera e un impiego mai inferiore alle 22 presenze stagionali. Completa la nostra rapida scheda tecnica uno sguardo alla Nazionale albiceleste. Il primo gettone con la maglia dell’Argentina è collezionato nell’amichevole del 13 giugno 2017 con Singapore (vinta 6-0). Non convocato per i Mondiali del 2018, riceve, invece, la chiamata per la Copa America 2019, manifestazione che l’Argentina vincerà con Paredes titolare. Il suo score in Nazionale recita 44 presenze e 4 reti.
SCHEDA TATTICA – Le qualità del giocatore sono ben note a tutti. Con tecnica, intelligenza e senso della posizione, Leandro Paredes dovrà rendere fluido il giro palla della Juventus dai difensori ai centrocampisti e, da questi, agli attaccanti. L’arrivo dell’argentino garantisce nuova linfa ad un reparto nevralgico e, di conseguenza, consentirà un più nitido sviluppo dell’azione. Paredes giocherà da regista davanti alla difesa in quel ruolo che è stato ricoperto tra alti e bassi da Fabio Miretti e Manuel Locatelli. Anzi proprio l’impiego dell’ex Psg permetterà alle due mezzali azzurre di agire in posizione più avanzata, permettendo loro di sfruttare le loro capacità di inserimento e di tiro. Senza comunque privare i due o uno dei due di tessere la prima impostazione. Paredes si abbasserà in mezzo ai centrali difensivi per ricevere e far partire l’azione con una delle mezzali pronte ad accentrarsi al suo posto. E’, infatti, quella appena abbozzata la prima soluzione tattica possibile, quella del doppio regista. Ma non di certo l’unica. Se, infatti, Allegri non abbandonerà del tutto i fasti di un modulo a lui molto gradito, il 4-2-3-1, allora Paredes potrà occupare uno dei due posti in mediana con accanto una mezzala più offensiva come Pogba o che strappi come Rabiot. A farne le spese in quest’ultimo schieramento tattico sarebbe, però, Miretti. Un vero peccato, considerando le buone cose per le quali il giovane talento di casa Juventus si è fatto notare nell’ultima uscita dello Stadium. In ogni caso quello che tutti si aspettano dall’ultimo rinforzo di mercato è una protezione di palla e una visione di gioco che può veicolare già a priori una sicurezza nella gestione del traffico in mezzo al campo e un’uscita pulita palla al piede per poi innescare le punte. Come ha ben fatto lo scorso 6 agosto quando ha mandato in rete Messi contro il Clermont. Tenere la palla per usarla bene quando si presenta l’occasione di attaccare e difendere quando ce l’hanno gli avversari. Allegri gli chiederà tutto questo.