Sei giorni all’esordio in campionato della nuova Juventus di Allegri. Il precampionato è stata la fucina che ha plasmato i dettami di base della nuova (vecchia) idea tattica del tecnico toscano. Un centrocampo molto fisico, attaccanti votati al sacrificio e l’attenzione maniacale agli esterni soprattutto nelle ripartenze. L’ex viola in tal senso è una pedina di fondamentale importanza.
INTENSITA’ E CAMBI DI GIOCO – Se è vero che i match amichevoli sono solo fino a un certo punto indicativi di una tendenza stagionale, è pur vero che un trait d’union, nemmeno troppo velato, accomuna la preseason dei bianconeri dal punto di vista della tattica. Una Juventus come piace a Massimiliano Allegri, modulata sulle sue idee e improntata ad un cinismo vincente, sta prendendo forma. La gara con il Barcellona e, ancor più, il test con l’Atalanta certificano che in quel di Torino è stata accantonata, almeno in gran parte, la svolta giochista delle precedenti (e insoddisfacenti) gestioni in favore di qualcosa di profondamente diverso. I tifosi bianconeri vecchio stampo possono tirare un sospiro di sollievo: niente più rivoluzioni senza la dovuta convinzione, come la scelta di Sarri mai realmente supportata, né salti nel buio come l’idea dell’ultim’ora di chiamare un tecnico senza nessuna esperienza. Si torna alla sicurezza del risultato, primo parametro di valutazione della situazione e primo giudice indiscusso del lavoro svolto. Una squadra compatta, che serra i ranghi e riparte con ordine e velocità. Senza seguire con esiti incerti la strada del gioco dal basso. E’ così che la Juventus ha avuto ragione della pimpante squadra di Gasperini, capace di reggere soltanto un tempo e poi crollare sotto i micidiali contropiedi orchestrati dai furetti di Allegri. Il tasto sul quale il tecnico toscano spinge è quello del cambio di gioco. Fulmineo, illuminante. Da destra a sinistra e viceversa. Il passaggio a tagliare il campo che esalta e valorizza gli interpreti d’attacco. Ne sa qualcosa Paulo Dybala, al quale Allegri ha dato licenza di svariare su tutto il fronte offensivo. Lo ha capito bene anche Federico Chiesa. L’ex calciatore viola è l’uomo che per caratteristiche si avvicina di più a ciò che vorrebbe l’allenatore. La sua stagione può sancire la definitiva consacrazione. Scopriamone i motivi.
FEDERICO AL MAX – Che Allegri scelga il 4-3-3 o che adotti un 4-2-3-1 molto offensivo, la presenza in campo di Federico è fuori discussione. Il figlio d’arte risponde bene ad un’elasticità tattica che la sua esplosione garantisce al meglio. Nei piani del mister, Chiesa agirà sulla fascia destra. Questo il copione recitato nella partita dello Stadium nella quale i 20000 tifosi presenti sugli spalti avranno notato i suoi rapidi ribaltamenti di fronte. Uno di questi è quello in contropiede con il quale dona puntuale assistenza a Dybala per la rete che sblocca il match. Quello del contropiede è un tema caro all’allenatore livornese. Ne vedremo delle belle. La duttilità di Chiesa e l’abilità nell’attaccare lo spazio palla al piede lo rendono indispensabile per le trame tattiche di ripartenza targate Allegri. La conferma giunge dalle parole del tecnico. Non sono mancati gli elogi e non si è fatta attendere la prima tirata d’orecchi all’ex calciatore della Fiorentina. “Chiesa ha qualità importanti, è giovane e deve capire che per vincere i campionati deve mettere qualcosa in più e come Kulusevski e i giovani deve crescere – riflette Allegri nel postpartita – Ogni tanto per lui il campo è in discesa: quando deve tornare fa un po’ più di fatica, quando deve ripartire riparte subito; ma è un ragazzo intelligente e ha qualità straordinarie”. In poche righe l’allenatore ha alluso alla straordinaria capacità del calciatore di assicurare alla ripartenza l’imprevedibilità e la rapidità che la rendono tale. Ma ha precisato di quanto sia altrettanto necessario il ripiegamento difensivo per conferire equilibrio alla fase di transizione. Nei piani di Max, gli attaccanti sono chiamati a collaborare attivamente quando il pallino del gioco è in mano agli avversari. Se l’allenatore ha ritenuto necessario puntualizzare, significa una cosa soltanto. Che qualcosa nei movimenti in fase di non possesso è ancora da migliorare. Siamo sicuri che Chiesa possa perfezionarsi. La dedizione alla causa, la voglia e lo spirito di sacrificio non gli mancano. Del resto sulla sua abnegazione trovavano fondamento le ipotesi più spregiudicate di Juventus ultra-offensiva della gestione Pirlo. Ad una settimana dall’avvio della prossima stagione i tifosi bianconeri continuano ad elogiarlo, ma bisogna vedere se riuscirà a mantenere il livello della scorsa stagione. Con Allegri i bianconeri ritroveranno equilibrio e identità. E Federico sarà la più diretta cartina al tornasole della cura livornese.