Il precampionato e le prime due uscite stagionali hanno reso evidenti l’assenza di qualità a centrocampo e uno spirito di squadra che la partenza di Ronaldo non ha ancora cementificato. L’arrivo di Kean, l’ingaggio di Kaio Jorge, la conferma di Morata e Dybala e il talento di Chiesa e Kulusevski offre una certa varietà lì davanti ma non offrono pronta soluzione al rebus in mezzo al campo.
L’URLO – Poche idee e molto confuse. Passaggi sbagliati, trame di gioco inconcludenti e una scarsa partecipazione alla manovra offensiva. Il centrocampo bianconero non appare all’altezza di un squadra di vertice. Lo sa bene Massimiliano Allegri che ha chiesto a gran voce alla società di intervenire per puntellare la rosa, non nell’accessorio ma nella sostanza. Non è chiaro se anche la società ha ben afferrato il cuore del problema. I dubbi restano se, stando alle ultime notizie di mercato, la dirigenza pare voglia aggiungere ulteriori tasselli all’attacco con le idee dell’ultima ora che fanno capo a Icardi e Raspadori. Se il colpo Kean va a riempire, anche numericamente, la casella del reparto offensivo, la coperta cortissima, non nel numero ma nelle caratteristiche tecniche, è in mediana. La prestazione degli interpreti di centrocampo fornita nella gara con l’Empoli è senza giri di parole gravemente insufficiente. Il movimento corale è ai minimi storici, la giocata individuale sporadica e foriera di palloni sanguinosi regalati agli avversari. L’esperimento Danilo è la pezza allegriana, già testata da Andrea Pirlo, nella stagione passata. Il terzino si adatta nel nuovo ruolo con encomiabile applicazione e risultati tutt’altro che esaltanti. La cifra tecnica non gli manca, la visione di gioco non è quella del playmaker. Il rendimento dell’ex Porto e City da regista è appena passabile. Il suo immediato predecessore nel ruolo, Ramsey, ha abdicato per cause di forza maggiore (vedi infortunio) ma anche il gallese era un interprete adattato e non un veterano del mestiere. Le capacità in cabina di regia di Bentancur sono state già ampiamente verificate nella scorsa annata. Ma ciò che ha lasciato sconcertati i più attenti appassionati di tattica è stata l’assenza di quel senso della posizione che, almeno in fase di non possesso, era il cavallo di battaglia dei centrocampisti di Madama. Rabiot e Bentancur si sono mantenuti troppo alti, di conseguenza Danilo si è ritrovato da solo in più di un momento della partita. Le praterie centrali che si sono venute a formare sono state accolte con giubilo dagli uomini di Andreazzoli. L’Empoli, una squadra che palleggia molto per vie centrali, è andata a nozze in queste situazioni. Se il campanello d’allarme ha risuonato forte e chiaro, a Torino dovranno correre ai ripari e intervenire sul mercato. L’avversario di questi giorni sarà il tempo. Servirà un’operazione miracolosa.