Ottava di campionato, prima giornata dopo la sosta della Nations League. Le Nazionali lasciano strascichi imprevedibili nelle gambe e nella condizione fisica dei rientranti.
TORINO – Tra poco più di 48 ore Juventus e Roma incroceranno i propri cammini per una sfida che può rilanciare una delle due compagini in classifica. I bianconeri dovranno fare i conti con le assenze certe e con quelle meno certe ma che possono aggiungersi in corso d’opera. Non prenderà parte all’incontro Adrien Rabiot, fermato dal Covid rivelato da uno dei controlli effettuati in Francia. Hanno lavorato a parte ma è molto difficile che possano essere arruolabili Dybala e Morata. Il 10 e il 9. Mezzo reparto offensivo che nella più rosea delle previsioni tronerà a disposizione della squadra per la partita di Champions con lo Zenit o per l’altro big match di campionato con l’Inter. Dall’infortunio avuto contro la Sampdoria, l’argentino ha svolto solamente allenamenti personalizzati e per questo la sua presenza contro i giallorossi è a forte rischio. Lavoro differenziato, come il collega spagnolo, mentre il resto dei presenti alla Continassa rullava il Chieri, in un insolito derby piemontese amichevole per consentire minutaggio a chi finora ha giocato meno. In quel test Moise Kean ha iscritto due volte il proprio nome nel tabellino dei marcatori. Sarà lui il terminale offensivo che avrà l’arduo compito di sostenere l’attacco della Vecchia Signora. L’ultima dell’ex Psg in maglia bianconera, nel derby risolto dal lampo finale di Locatelli, non è stata da manuale del calcio. Troppo isolato, molto poco a proprio agio per vie centrali, Kean cercava la propria dimensione defilando sulla fascia l’iniziativa personale. Con la Roma servirà molto di più.
NUMERI IMPIETOSI – L’avvio di stagione di Moise Kean ha fatto registrare una piccola luce, nella trasferta di La Spezia, nella quale il gol del numero 7, ha aperto le danze in una gara molto sofferta dagli uomini di Allegri. Il suo bottino stagionale è fermo a quella rete, a quel destro, a quell’episodio. Le altre sei presenze con la maglia bianconera raccontano di qualche spezzone di gara impalpabile, un’autorete sfortunata in quel di Napoli e pochi guizzi fino ad un derby, il sopracitato Torino-Juventus, nel quale la sua evanescenza ha fatto storcere il naso a tifosi ed addetti ai lavori. La sensazione è che Kean non abbia ancora trovato la propria mattonella di campo. La punta di peso che fa salire la squadra e dialoga di sponda per i compagni non pare potersi ascrivere tra le sue competenze. Non dello stesso avviso Allegri, che gli chiede proprio un lavoro da boa, nella speranza che Moise riesca ad utilizzare meglio la propria presenza fisica. La sfida alla Roma lo metterà di fronte a Mancini e Ibanez, due centrali molto dinamici contro i quali far valere il fisico può essere la chiave per aggiudicarsi il duello. Il giovane centravanti deve trovare concentrazione e spirito di sacrificio per guidare il reparto bianconero oltre l’ostacolo giallorosso. l’assenza dei colleghi deve costituire lo stimolo potente per rilanciare le proprie quotazioni in una rivisitazione del motto “Mors tua, vita mea” che si addice particolarmente all’occasione. Quella che il destino ha messo nelle mani di Moise Kean, quella da non fallire.