FOCUS- Vincere, e risalire la classifica. E’ questo, molto sinteticamente, il dogma che dovrà accompagnare la Juventus da qui a fine campionato.
C’è però sempre un fattore qualitativo, che in casa Juventus non deve mai passare in secondo piano. I bianconeri nel loro cammino fin qui, troppe poche volte hanno espresso un bel gioco. Sono state rare le volte in cui, finita la partita, i tifosi si sono sentiti appagati al 100%.
Costante, o quasi, la sensazione che manchi qualcosa. Ma più i giorni passano, più il lavoro di Pirlo matura, più i giocatori trovano condizione, posizione, ruolo e compagni. Infatti va sottolineato come, ad oggi, la Juventus sia ‘galleggiata’ troppo spesso grazie ai singoli.
I SINGOLI- Se prima era Morata, poi è stato Ronaldo. Se ad inizio stagione bene Kulusevski, poi il turno è stato di McKennie. Una giostra sali e scendi di protagonisti, troppe poche volte coesi tra di loro.
C’è poca continuità della coralità. Al di là del gioco di parole, sono due o tre i giocatori che, nell’arco di 4 mesi hanno dato garanzie di costanza e coesione. Gli altri hanno, ad intermittenza, trovato la quadra e magari feeling con un compagno.
I CONTINUI CAMBI– Certo è che, le varie sperimentazioni di mister Pirlo, non hanno certo aiutato a legare il gioco e giocatori. Esclusi i difensori, praticamente quasi sempre gli stessi, i dubbi arrivano dalla mediana in su.
Il centrocampo ha visto accendersi e spegnersi un po’ tutti. Soprattutto in questi ruoli è necessario per la Juventus, Pirlo e la rosa stessa trovare un unione. Per un giocatore, qualsiasi esso sia, escluso il solo Cristiano Ronaldo, è importante trovare un ‘compagno nel crimine’.
CRISTIANO RONALDO – FEDERICO CHIESA- Ciò che di buono si è visto contro la Fiorentina e contro l’Udinese, è proprio un ‘nuovo’ asse, fatto da feeling e comunione: CR7 e Chiesa.
Premesso che, la condizione fisica dei due è in un momento d’oro, è evidente come i due si stiano trovando bene l’uno con l’altro. Si cercano, si servono, si muovono consci che il compagno è pronto a servirlo.
Starà a Pirlo perseverare questa strada, senza intaccare un legame neonato. Come questa ‘coppia’, nel corso della stagione bianconera se ne sono viste molte altre, senza però seguito.
Vuoi per un motivo, vuoi per un altro, quei binomi figli di prestazioni ottime e continuità sono svaniti come neve al sole. Deve diventare un imperativo per la Juventus, trovare la coesione necessaria tra gli elementi in campo.
Impensabile ad oggi, trovare nel breve termine un feeling alla ‘Barcellona di Guardiola’ o all’Atalanta del Gasp. Ma di certo deve essere una mira costante sia nel mister, sia nelle formazioni, moduli, partite ed allenamenti, sia nei giocatori stessi.