La parità di genere nel calcio diventa realtà sempre più concreta. L’impegno della calciatrice azzurra ha fatto la differenza.
DETERMINAZIONE – Trentadue anni il prossimo 27 marzo, triestina, una laurea in lingue e letterature straniere e una forza di volontà senza pari nell’inseguire un sogno il cui raggiungimento è stato uno dei traguardi più soddisfacenti della sua vita. Sara Gama, capitano delle Juventus Women e della Nazionale Azzurra, ha tirato i primi calci al pallone a 7 anni, ha continuato quando tutti le sconsigliavano di andare avanti, ha studiato di notte per conseguire la laurea e assicurarsi un futuro quando il calcio non sembrava poterlo garantire. La sua fermezza, unita alla consapevolezza di incarnare le velleità che tante donne ambiscono a comunicare, l’ha portata a compiere il balzo decisivo verso la stesura di nuove regole che riconoscano dignità e rispetto alle calciatrici nel mondo del calcio.
PASSO AVANTI – In carriera la Gama ha ottenuto importanti successi vestendo le maglie del Brescia, società con la quale ha vinto il titolo nazionale, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana nel 2016, della Juventus, tre volte scudettata nelle ultime tre stagioni, e della Nazionale, con la quale ha da poco staccato il pass per gli Europei inglesi del 2022dopo il largo successo su Israele. Ma una vittoria ancor più prestigiosa sta per arrivare. Lo scorso 25 febbraio il nuovo premier Mario Draghi ha accolto e varato in Consiglio dei ministri la riforma dello sport proposta dal ministro Spadafora. A partire dalla stagione 2022/2023 le calciatrici italiane saranno finalmente professioniste. E’ un traguardo di quelli che resterà scritto indelebilmente nelle pagine della storia. Un passo in avanti dall’impatto senza pari compiuto anche grazie al suo impegno politico. Dal novembre scorso Sara Gama, ricopre, infatti, il ruolo di Vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, prima donna ad ottenere la carica. La perseveranza della sportiva che ha impresso un’accelerata netta sulla pista della parità di genere fa il paio con il bel messaggio lanciato da Lina Hurtig e abbracciato dalla Juventus, sul diritto delle coppie omosessuali ad avere figli, nell’ottica di una tutela di diritti pari a quelli di qualunque coppia.