Stasera alle 21:00, all’Allianz Stadium, la Juventus di Andrea Pirlo incontrerà la Dinamo Kiev nel match di ritorno del gruppo G, valido per la 5a giornata della fase a gironi.
La Vecchia Signora, ancora in emergenza infortuni, con Chiellini di nuovo out e molti giocatori che dovrebbero riposare stasera, come per esempio Cuadrado, vanta, però, 5 precedenti contro gli ucraini, tutti all’attivo (quattro vittorie e un pareggio) e tutti in Champions. All’andata i bianconeri si sono imposti per 2-0 con la doppietta di Morata, mentre Cristiano Ronaldo, a caccia di record, con una rete stasera, batterebbe il record di goal segnati in casa in Champions. La Dinamo, invece, è alla ricerca della vittoria in Italia, che manca dal 2004 quando vinse a Roma.
Adesso, però, scaveremo un pò nella storia dei nostri avversari e li conosceremo un pò più da vicino.
Il Futbol’nyj Klub Dynamo Kyïv, nota in italiano come Dinamo Kiev, è una società calcistica ucraina, fondata nel 1927 dall’NKVD, il ministero dell’interno sovietico, allo scopo di istituire anche in Ucraina, sulle orme di Russia e Georgia dove, per esempio, esistevano già rispettivamente la Dinamo Mosca e la Dinamo Tbilisi, squadre dei reparti di Polizia, cui il termine Dinamo faceva riferimento. I giocatori, dunque, non erano professionisti, ma dipendenti del ministero, cui il club era subordinato. La squadra milita nella massima divisione del campionato ucraino dalla fondazione di quest’ultimo ed è la squadra più titolata dell’ex URSS.
Uno degli eventi più annoverati e singolari che riguardano la storia della formazione ucraina, avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, quando molti giocatori della Dinamo non riuscirono a mettersi in salvo dagli occupanti tedeschi e vennero impiegati come prigionieri di guerra in un panificio locale. I Tedeschi, allora, venuti a conoscenza della presenza di questi calciatori, decisero di mostrare la loro superiorità formando una selezione mista di tedeschi e ungheresi, sfidando una selezione formata da otto giocatori della Dinamo e tre giocatori della Lokomotyv Kiev, anch’essi rimasti prigionieri a Kiev.
I giocatori della selezione ucraina, dapprima affrontarono la partita consci del fatto che dovevano assolutamente perdere, ma, entrati nello stadio e vedendo l’accoglienza dei numerosissimi tifosi ucraini, decisero di giocare seriamente per far vedere al proprio popolo uno spiraglio di luce e speranza in quel periodo buio e cupo. Gli ucraini travolsero i nazisti battendoli per 5 a 1.
Allora i nazisti programmarono una nuova partita un mese dopo, conosciuta come partita della morte, con l’obbligo agli ucraini di perdere. Lo Start FC (squadra ucraina) dominò e vinse 5-3. Ma quello che umiliò di più i tedeschi fu la “sesta rete“. Quella non segnata. Klimenko, come Maradona contro l’Inghilterra, saltò come birilli mezza squadra avversaria, compreso il portiere, ed invece di calciare in rete, si fermò sulla linea della porta, e girandosi su se stesso, calciò il pallone verso il centro del campo. La rappresaglia arrivò poco dopo e a pagarne le conseguenze furono diversi giocatori, alcuni torturati ed uccisi, alcuni fucilati e gettati dal burrone di Babij Jar e altri deportati nei lager.
Dal 1936 ha sempre militato nella massima serie, prima del campionato sovietico, risultando l’unico club in grado di contrastare l’egemonia delle squadre moscovite, e poi di quello ucraino. Tra il 1937 e il 1948, pur giocando sia il campionato che la coppa nazionale, la Dinamo disputò anche la Coppa statale della RSS Ucraina: in tale periodo vinse ben sei edizioni, divenendo la squadra più titolata anche se con un numero limitato di partecipazioni.
La Dinamo venne distrutta ed occorse molto tempo prima che tornasse ad occupare il ruolo che ricopriva nel calcio sovietico negli anni precedenti la guerra. Infatti, tornò ai vertici solo nel 1952 finendo seconda in campionato e vincendo la Coppa dell’Unione Sovietica del 1954. Fu, inoltre, la squadra che vinse per la prima volta il campionato sovietico del 1961, riuscendo a portare per la prima volta il trofeo fuori da Mosca, dove era rimasto fino a quel momento.
La fama della Dinamo venne ulteriormente rafforzata dall’arrivo del nuovo allenatore Viktor Maslov nel 1963. Nel 1964, vinse la sua seconda Coppa dell’Unione Sovietica, mentre nel 1965 divenne il primo club sovietico a partecipare ad una coppa europea e, negli anni tra 1966 e il 1968, conquistò tre titoli consecutivi. A partire dal 1973, si iniziarono ad affermare i metodi del nuovo e storico allenatore Valerij Lobanovs’kyj, con metodologie basate su una preparazione fisica sconosciuta sino ad allora e sul concetto di squadra unita, senza la prevalenza di alcuna individualità. Saranno proprio queste innovazioni a portare la Dinamo a realizzare l’accoppiata campionato-coppa nel 1974.
Il processo di democratizzazione dell’URSS iniziato dopo il 1986, consentì a molti giocatori di lasciare la Dinamo e andare a giocare all’estero, venendo rimpiazzati da numerosi giovani talenti che consentirono alla squadra di vincere la Coppa dell’ URSS 1989/90 e il suo 13° titolo casalingo nel 1990, dopo l’addio dell’allenatore Lobanovski, non riuscirono a ripetersi nel 1991, anno dell’ultimo campionato sovietico della storia.
La Dinamo chiuse, quindi, l’era del campionato sovietico come detentrice del record di scudetti vinti (13), come seconda per numero di coppe nazionali vinte (dietro lo Spartak Mosca) e prima per supercoppe vinte.
Dopo lo scioglimento dell’URSS nel 1991 e l’indipendenza dell’Ucraina, con il conseguente avvio del nuovo campionato ucraino, la Dinamo, ha dominato il campionato nazionale nei suoi primi dieci anni di vita, concedendo inaspettatamente il titolo del 1992 al Tavrija. Dopo questo primo “passo falso“, la squadra avviò una scia di 9 titoli vinti consecutivamente, fino alla stagione 2001/02, quando si affacciò alla ribalta nazionale lo Šachtar, ancora oggi l’unica squadra capace di contrastare la Dinamo per il predominio calcistico dell’Ucraina.
Particolarmente brillanti e produttive furono le manifestazioni europee del biennio 1997-1999. Nella Champions League 1997/98 la Dinamo vinse il proprio girone mettendosi alle spalle il Newcastle Utd, il PSV Eindoven e il Barcellona, riuscendo anche nell’impresa di vincere per 3-0 al Camp Nou. Ai quarti di finale fu poi eliminata dalla Juventus di Marcello Lippi, che arrivò poi finalista. Nella Champions League 1998/99 la squadra di Kiev riuscì a raggiungere la semifinale, dove fu eliminata dal Bayern Monaco.
Nel 2007, in occasione degli 80 anni del club, l’emblema della squadra fu impreziosito da due stelle, rispettivamente indicanti la vittoria di 10 campionati sovietici e di 10 campionati ucraini. Nel dicembre 2007 il club nominò il primo allenatore non ucraino della propria storia, il russo Jurij Sëmin, che, però, nella stagione 2007/08, fallì sia nella conquista del campionato che della Coppa d’Ucraina .
La svolta arrivò nella stagione 2014/15, quando la Dinamo si rinforzò con l’ingaggio di Aleksandar Dragović, Jeremain Lens, Łukasz Teodorczyk e Vitorino Antunes. Guidata dall’allenatore Rebrov, vinse il titolo nazionale senza subire sconfitte e anche la Coppa d’Ucraina. Nella stessa stagione superò il girone di Europa League ed eliminò il Guingamp ai sedicesimi di finale e l’Everton agli ottavi, prima di perdere ai quarti contro la Fiorentina.
Nel giugno 2017 la panchina fu affidata a Aljaksandr Chackevič, ex calciatore della Dinamo, il quale avviò male la stagione, perdendo la Supercoppa d’Ucraina contro lo Šachtar. La squadra retrocessa in Europa League dopo l’eliminazione al terzo turno di Champions contro lo Young Boys, superò il Marítimo e approdò alla fase a gironi, dove vinse il gruppo con Partizan, Skënderbeu e Young Boys. Ai sedicesimi di finale ebbe la meglio sull’AEK, ma agli ottavi venne eliminata dalla Lazio.
La stagione 2018/19 iniziò con la vittoria contro lo Slavia Praga nel terzo turno di Champions, cui seguì l’eliminazione nel play-off per mano dell’Ajax. Retrocessa in Europa League, la squadra si piazzò prima nel suo girone con Rennes, Astana e Jablonec ed ebbe accesso ai sedicesimi di finale contro l’Olympiakos. Eliminati i greci, gli ucraini uscirono dalla competizione agli ottavi di finale per mano del Chelsea. Mentre in campionato si confermò seconda forza, a 7 punti dalla vetta della classifica.
TITOLI – Nel suo palmarès, la Dinamo Kiev, può contare tantissimi titoli. Vi figurano, infatti, tredici campionati sovietici, quindici campionati ucraini, nove Coppe sovietiche, tre Supercoppe Sovietiche, undici Coppe d’Ucraina e 9 Supercoppe d’Ucraina. Mentre, in ambito internazionale, si è aggiudicata due Coppe delle Coppe, una Supercoppa europea e quattro Coppe della CSI.
CURIOSITA’ – La Dinamo Kiev ha vinto solo una delle 12 trasferte disputate contro squadre italiane nelle principali competizioni europee (5 pareggi e 6 sconfitte): una vittoria per 3-0 in casa della Roma nella fase a gironi della Champions League 2004/05.