La vittoria contro lo Zenit potrebbe aver consegnato ad Allegri la soluzione ad alcuni dei problemi della Juventus
RICERCA – “La chiave giusta è sempre l’ultima del mazzo”. Così canta Salmo nella sua ultima fatica discografica: una verità che probabilmente ha capito anche Massimiliano Allegri, che dopo una serie di esperimenti tattici ha forse trovato l’undici più adatto al tipo di gioco che ha in mente per la sua Juventus. Forse non il migliore in assoluto, ma sicuramente quello che al momento gli offre più garanzie.
SVOLTA – L’uomo della provvidenza, per molti aspetti, si chiama Weston McKennie: lo statunitense, dato tra gli esuberi e inizialmente relegato in panchina, sta conquistando la titolarità nel centrocampo bianconero grazie a prestazioni convincenti e, soprattutto, gol: Sassuolo e Verona le sue prime due vittime del campionato. Durante il ritiro estivo, Allegri chiedeva all’ex Schalke 04 almeno 10 reti in questa stagione: le sue capacità di inserimento si erano già notate nella scorsa stagione con Pirlo, quando si era rivelato essere una delle notizie migliori della stagione bianconera. Il calo successivo, tra violazioni dei protocolli e problemi di infortuni, ne aveva abbassato un pochino l’hype, tanto che il suo nome era stato fatto come una delle possibili plusvalenza per far rifiatare il bilancio della Juventus, con tante squadre, soprattutto inglesi, molto interessate. La coppia con Manuel Locatelli ha funzionato in Champions League: nè Bentancur nè Arthur, provati con l’ex Sassuolo, erano riusciti a garantire il mix di interdizione, regia e inserimenti che si è visto nella sfida di martedì. Per dimostrare di essere quella giusta, però, i prossimi test saranno decisivi.

SINISTRA – Non solo McKennie. Un’altra chiave, meno nascosta ma altrettanto importante, è la posizione di Federico Chiesa. L’inizio di stagione, per il centrocampista bianconero, è stato caratterizzato da tante voci e alcune panchine che a molti hanno fatto storcere il naso. La partita di mercoledì può essere per lui un viatico importante, ma soprattutto può aver fatto comprendere ad Allegri la posizione nella quale schierarlo: quando parte da sinistra, diventa veramente pericoloso. Il dribbling a rientrare sul destro sarebbe la soluzione più scontata e letale, ma contro lo Zenit è arrivato il movimento opposto, con il difensore che non è riuscito a contenerlo e l’ex viola che ha scaricato una sassata al cui interno, probabilmente, era presente anche tutta la rabbia per le ultime settimane non positive, per lui e per la squadra. Sabato, di fronte c’è il passato: un’ulteriore occasione, per Chiesa, di dimostrare la sua centralità nel villaggio bianconero.
