La partita tra Italia e Argentina mette la parola fine all’avventura italiana ed europea del numero 3, il quale entra di diritto nella storia di questo sport
L3GEND – Proviamo ad immaginare uno scenario del futuro, uno scenario in cui abbiamo dei figli, dei nipoti a cui mostriamo alcuni video e manuali del calcio del passato. La nostalgia dei tempi andati prenderà probabilmente il sopravvento su di noi, mentre i fanciulli che si approcciano a questo meraviglioso sport potrebbero farci una domanda tutt’altro che banale: “papà, nonno, chi è Giorgio Chiellini?“. Una domanda apparentemente semplice, ma a pensarci, neanche così tanto. Potremmo raccontare del numero 3 indossato per 561 volte sulle spalle di una casacca bianconera. Potremmo raccontare delle 116 presenze in cui ha rappresentato l’Italia, portandola sul tetto d’Europa negli atti conclusivi della sua carriera, facendolo con l’entusiasmo di un 20enne. Potremmo raccontare del suo ‘indumento’ preferito, ovvero il turbante, indossato per la sua tenacia, determinazione e aggressività, tutte caratteristiche che gli hanno procurato più di qualche ferita sulla testa e sul naso. Potremmo raccontare dei suoi due lati caratteriali: quello deciso, grintoso, quasi burbero adottato in campo per intimorire gli avversari e caricare i compagni e quello sorridente, affabile, gentile e rispettoso al di fuori del rettangolo di gioco. Giorgio Chiellini è stato tutto questo: un guerriero nobile, un condottiero a tratti silenzioso, ma che sapeva spendere ogni singola parola nel modo più corretto.
EXCURSUS – Dai primi calci ad un pallone tirati con la maglia amaranto del Livorno (ci vuole coraggio ad indossare quella maglia per un pisano), fino a Italia–Argentina, Giorgio ne ha fatta di strada. L’esordio in A con la maglia della Fiorentina nella stagione 2004-2005, poi l’arrivo della Juventus che cambierà per sempre la sua carriera. Nonostante la retrocessione d’ufficio in Serie B, resta in bianconero e ne diventerà il pilastro difensivo degli anni a venire. Questa esperienza gli vale il posto in pianta stabile in nazionale maggiore appena dopo il mondiale vinto in Germania e anche con la maglia azzurra Giorgione saprà entrare nel cuore dei tifosi. Un campionato di Serie B, 9 Scudetti, 5 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane e un campionato d’Europa, ovvero l’ultimo trofeo alzato in carriera. Da capitano, ma soprattutto da grandissimo protagonista a 36 anni compiuti. Basterà questo per descriverne la sua grandezza? Probabilmente no, ma una cosa possiamo affermarla di per certo: Giorgio Chiellini è leggenda di questo sport, con buona pace di chi nutre antipatia verso i colori bianconeri. L’ultimo difensore ‘vecchio stile’, ovvero arcigno e cultore della marcatura a uomo va a spendere gli ultimi anni della sua gloriosa carriera negli Stati Uniti, dove probabilmente vorrà specializzarsi ulteriormente in economia e finanza, essendo laureato nelle suddette materie. In bocca al lupo Giorgio, il calcio italiano sentirà terribilmente la tua mancanza.