La squadra di Rita Guarino è il modello da cui il calcio femminile italiano deve evolversi
FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE – Nell’ultimo festival di Sanremo, Madame ha cantato il suo brano intitolato ‘Voce’, riuscendo a far parlare di sé per le sue grandi doti artistiche. Quella ‘voce’ che il calcio femminile italiano ha ancora bisogno di far sentire, nonostante i passi importanti mossi verso un percorso che dovrebbe portare il movimento alla pari dei colleghi uomini in termini di visibilità. Il mondiale di due anni fa in Francia è stato di grande aiuto in questo senso, infatti la nostra nazionale ha fatto vedere ottime cose, arrendendosi ai quarti di finale contro l’Olanda. L’ottimo risultato sportivo è passato in secondo piano, la vera vittoria è stato il seguito importante che la nazionale ha avuto dal pubblico televisivo. Infatti, secondo la Gazzetta dello Sport, la partita Italia–Brasile ha registrato 7 milioni di spettatori in Italia, risultato mai raggiunto prima per un incontro femminile. Ma tutto ciò sembra non bastare ad un movimento che fa ancora fatica ad ottenere la risonanza che ha il calcio maschile, obiettivo certamente non facile. Nel resto d’Europa e nel Nord America si è arrivati ad un livello superiore, mentre in Italia la situazione non decolla. Vediamo i motivi.
ITALIA-EUROPA: IL DIVARIO – Il primo dato interessante è il ‘personale’ impiegato nel sistema calcio: secondo ‘SportBusinessManangement.it’ sono 11 mila le atlete tesserate dalla FIGC. Nel resto d’Europa, ma soprattutto nel Nord America, il dato è estremamente più elevato. Ad esempio, in Germania si è da poco raggiunto il milione di atlete tesserate, in Francia si arriva alle 90 mila, in Inghilterra 80 mila. L’altro problema è legato agli strumenti a disposizione delle atlete. Carolina Pini, giocatrice che ha militato nel Bayern Monaco dal 2007 al 2011 ha spiegato a ‘SportBusinessManangement.it’ che tutte le squadre professionistiche maschili hanno la squadra femminile corrispondente e per questo dispongono di tutte le attrezzature e gli strumenti per poter allenare le atlete come i colleghi uomini, mentre in Italia, nonostante si siano fatti progressi in questo senso, è un percorso che non ha ancora raggiunto la totalità delle squadre professionistiche maschili.
JUVENTUS DA ESEMPIO – Una società all’avanguardia dal punto di vista dello sviluppo del calcio femminile italiano è sicuramente la Juventus. Il fatto che sia la squadra in testa alla classifica a punteggio pieno dopo 15 giornate non è un caso. Nel piano quinquennale approvato dalla società Juventus, uno dei punti interessanti è la creazione di una struttura di 5000 spettatori adibita alle partite della squadra femminile, stando a quanto riporta ‘sporteconomy.it’. L’obiettivo della dirigenza è porre le partite della squadra femminile subito prima di quelle maschili, per far vivere al tifoso e alla tifosa l’esperienza Juve a 360 gradi. Italia, prendi esempio.