Secondo titolo conquistato da mister Pirlo alla prima esperienza da tecnico. Il tecnico ha saputo cambiare l’atteggiamento della squadra nella ripresa e si prende buona parte dei meriti della vittoria. Sarà un successo effimero o arriverà la gioia grande della qualificazione in Champions?
DUE AL PRIMO TENTATIVO – Che ci sarebbe stato da soffrire era ampiamente messo in conto. Che l’Atalanta fosse una squadra tonica che da del tu al pallone era altrettanto manifesto. Che alla gara sarebbe seguita l’ormai nota coda di polemiche e veleni sempre più stucchevole, sempre più pretestuosa, era il segnale che qualcosa stesse andando nella direzione migliore per i bianconeri. Ma ciò che stupisce della serata emiliana è la reazione solida, coesa, da gruppo unito, da grande squadra. Da Juventus, appunto. Contro un’avversaria che è quanto di più prelibato abbia offerto la tavola del nostro calcio negli ultimi anni. L’ottimo primo tempo disputato dalla squadra di Gianpiero Gasperini lo dimostra. La reazione e il controllo sul gioco che la Juve ha saputo far vedere nella ripresa legittimano la vittoria del titolo. Non solo dal punto di vista tecnico, i bianconeri sono riusciti a prevalere sotto quello agonistico. Contro l’Atalanta che fa dell’agonismo e dell’intensità uno dei suoi cavalli di battaglia. Il cambio di passo nel secondo tempo è stato sorprendente: la Juventus è riuscita ad alzare parecchio il proprio baricentro, Zapata e compagni facevano fatica a ripartire. Nonostante un’annata difficile, Pirlo ha alzato un altro trofeo, dopo la Supercoppa con il Napoli. Il secondo stagionale per l’esordiente assoluto che si concede lo sfizio di rimpinguare il palmares bianconero e di assaporare i primi tasselli di quello personale.
![](https://mondobianconero.com/wp-content/uploads/2020/11/2_kulusevski-1024x597.jpg)
L’ATTO FINALE – La finale di Coppa Italia è il preludio ad un nuovo incrocio, stavolta indiretto con la Dea. I bergamaschi ospiteranno, infatti, il Milan distante un solo punto dai bianconeri in classifica, dai bianconeri. L’altra contendente, il Napoli di Gattuso, se la vedrà con il Verona. Alla Juventus servono i tre punti da ottenere sul campo del Bologna. Poi potrà buttare occhi e orecchie interessati agli altri stadi. A Bergamo in particolare dove l’Atalanta si gioca il secondo posto. E’ questo l’obiettivo ribadito dal tecnico atalantino nel post partita di Reggio Emilia. Non dello stesso avviso i tifosi bergamaschi che hanno invocato a gran voce sui social lo scansamento dei propri beniamini per favorire una qualificazione rossonera ai danni della Juventus. Le richieste extra campo non devono, però, impensierire Andrea Pirlo. Il medesimo piglio visto ieri sera può essere il punto di partenza per affrontare i rossoblù di Mihajlovic. L’allenatore deve farlo capire ai ragazzi, con la stessa determinazione mediante la quale ha comunicato il necessario cambio di passo del secondo tempo di ieri. Se la mia analisi è almeno in parte corretta o comunque non troppo distante dal vero, il merito più grande dell’allenatore bresciano nel successo del Mapei Stadium è la posizione di Kulusevski, ora punta, ora trequartista, ora esterno. All’occorrenza primo delegato ai compiti difensivi. Il copione del multiruolo può essere riproposto al Dall’Ara. Se poi anche Ronaldo sveste i panni della prima donna a favore della causa bianconera, vuol dire che il messaggio di coesione è stato recepito forte e chiaro da tutti. Per soddisfare la più impellente bisognerà pazientare ancora quattro giorni. Domenica sera sapremo se le gioie bianconere si esauriranno con la Coppa Italia o se ci sarà spazio per un ulteriore colpo di scena. In altre parole se il successo in coppa farà da apripista per la tanto agognata qualificazione alla prossima edizione della Champions o se sarà l’episodio, non così rilevante, di una stagione chiusa al quinto posto.