Analizziamo il prossimo avversario della Juventus, ovvero il Benevento di Filippo Inzaghi
LA STREGA – La città di Benevento è nota come la ‘città delle Streghe’, infatti a Benevento erano noti i riti pagani svolti dai Longobardi durante la loro dominazione. Questi riti erano visti dai cittadini cristiani locali come degli atti di stregoneria, ragion per cui la squadra, fondata nel 1929 verrà identificata con il simbolo della ‘Strega’, al pari dell’ominimo liquore prodotto nella città campana.
CAMALEONTICO – Il Benevento di Pippo Inzaghi si schiera abitualmente con un 4-3-2-1, un assetto tattico ad albero di Natale, lo stesso che usava uno dei suoi allenatori: Carlo Ancelotti. Se è vero che il modulo di partenza sembra ben consolidato e fisso, in partita Inzaghi tende a variare molto l’assetto tattico a seconda dell’andamento della partita. In vista della partita di domenica, vi abbiamo riportato qui la notizia secondo cui il tecnico piacentino avrebbe in mente di passare al 3-5-2 al cospetto della Juventus. Le assenze di due giocatori fondamentali come Glik e Schiattarella stanno facendo riflettere Super Pippo che ha bisogno di punti pesanti in chiave salvezza.
GIOCO – Uno dei principi di gioco voluti da Inzaghi è la verticalizzazione del gioco sulle punte. Nel 4-3-2-1, la punta centrale (che sia Lapadula, oppure Gaich) agisce in linea con una delle due sottopunte (Caprari, Sau, Roberto Insigne). Spesso e volentieri, la punta centrale arretra il suo baricentro per cercare di fare la sponda con i centrocampisti, i quali sono incaricati di lanciare in velocità i 2 a supporto dell’attaccante, solitamente giocatori rapidissimi come i 3 sopracitati. Il fulcro del gioco è rappresentato dai piedi educati di Nicolas Viola, metronomo del centrocampo giallorosso che però ha saltato gran parte del campionato, venendo sostituito in quel ruolo da Schiattarella. Le due mezze ali (solitamente Ionita e Hetemaj), sono incaricate di scalare in raddoppio in fase difensiva, dando una mano agli esterni bassi di difesa, mentre in fase di possesso rimangono molto stretti, vicini alla cabina di regia per fornire un supporto, soprattutto quando le linee di passaggio verso gli attaccanti sono molto strette. Un interprete molto importante della squadra è sicuramente Riccardo Improta, giocatore che fa della duttilità la sua caratteristica migliore. Il classe ’93 ha nelle sue corde il ruolo di esterno basso di destra, quello di mezz’ala, quello di trequartista a supporto della punta e anche quello di esterno offensivo.