Andiamo ad analizzare le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
COPPA ITALIA – Juventus e Sassuolo chiuderanno il quadro dei quarti di finale di Coppa Italia Frecciarossa domani sera alle ore 21:00 all’Allianz Stadium. La squadra di Allegri viene dalla vittoria per 2-0 sull’Hellas Verona e sembra abbastanza in fiducia, forte dei due nuovi acquisti Zakaria e Vlahovic, mentre i neroverdi devono riscattare il brutto ko di Genova contro la Sampdoria (4-0). La squadra di Dionisi resta comunque un avversario sempre ostico da affrontare e la gara di campionato giocata proprio a Torino lo ha testimoniato (gli emiliani furono corsari in terra piemontese vincendo al minuto 95). Andiamo ad analizzare le insidie tattiche peculiari della squadra ospite.
MODULO E POSSESSO – Nelle ultime apparizioni, Dionisi ha preferito aggiungere un centrocampista in più, rinunciando al solito 4-2-3-1 per un più bilanciato 4-3-3. In questo scenario, l’addio di Boga ha favorito un impiego via via maggiore di Harroui, centrocampista abile nei movimenti senza palla e dotato di buona corsa. L’impostazione dei ragazzi di Dionisi parte dai due centrali i quali si appoggiano sul metronomo Maxime Lopez, il quale si abbassa a ricevere e prova ad impostare l’azione in prima battuta. Gli esterni bassi hanno libertà di alzarsi, forti del trio difensivo composto alle loro spalle e una volta ricevuta palla, provano la combinazione con la mezz’ala di competenza o con l’esterno offensivo. Uno dei modi adottati dai neroverdi per aprire le maglie avversarie è quello del cambio di fronte, soprattutto con giocatori dai piedi educati come Berardi e Raspadori, gli esterni d’attacco della squadra. I due interpretano lo stesso ruolo in modi diversi: il primo parte molto largo ed è molto pericoloso nell’uno contro uno con l’avversario, vista la sua abilità di muovere rapidamente il pallone, mentre il secondo tende a giocare più centrale, una simil-seconda punta a supporto di Scamacca.
NON POSSESSO – Il Sassuolo, una volta persa palla, è una squadra che prova subito l’aggressione sul portatore di palla e lo fa seguendo la tattica della marcatura a uomo. La prima azione di pressing viene apportata dal trio d’attacco che va a bloccare le prime linee di passaggio. Il portiere si ritrova costretto a lanciare lungo per non rischiare, ma qualora dovesse riuscire a saltare la prima pressione, ecco che i due esterni vengono a supporto dei centrocampisti, permettendo loro di coprire la zona centrale con grande densità. Quando il pallone transita sulle vie laterali, gli esterni difensivi sono coadiuvati sistematicamente dai loro compagni più offensivi, in modo da creare il raddoppio e non lasciare il singolo in balia della fantasia avversaria. Conoscendo la squadra di Dionisi, Vlahovic dovrà essere bravo a trovare spazio tra le strettissime maglie di Ferrari e Chiriches, due mestieranti niente male della difesa. Il romeno va a provare l’anticipo su ogni pallone, mentre il difensore ex Crotone e Samp va in copertura a chiudere l’eventuale buco del suo collega di reparto: un ‘trattamento di favore’ riservato agli attaccanti di un certo calibro come il serbo. Importante l’azione del centrocampo che va a riempire la propria area di rigore nei momenti di maggiore pressione offensiva avversaria, intasando il centro dell’area. Questo è possibile grazie all’azione precedentemente descritta degli esterni bassi e alti, sempre in coppia a tenere il raddoppio.