Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
INFRASETTIMANALE – Dopo il pareggio agguantato nei minuti finali targato Paulo Dybala sull’Inter, la Juventus lascia Milano e si catapulta con la testa a domani per la sfida interna contro il Sassuolo. Il calendario non lascia tregua a nessuno e lo spazio per poter rifiatare non esiste. Massimiliano Allegri lo sa e si appresta a sfidare i neroverdi con la consapevolezza di aver ritrovato una Juve combattiva, anche in situazioni di svantaggio (vedasi la trasferta di San Siro). Ma l’insidia Sassuolo, squadra che in passato ha dato più di un grattacapo ai bianconeri, può rappresentare uno scoglio arcigno sulla strada che porta alle prime posizioni. Scendiamo nei dettagli tecnico-tattici per scoprire l’avversario sulla strada della ‘signora’.

MODULO E POSSESSO – Dopo il triennio targato Roberto De Zerbi, partito in direzione Ucraina per allenare lo Shakthar Donetsk, la dirigenza del Sassuolo si è affidata ad Alessio Dionisi, vero e proprio artefice della grande cavalcata dell’Empoli nello scorso campionato cadetto. Il presidente Carlo Rossi ha visto nel tecnico toscano il giusto erede di De Zerbi, anche per una questione di credo tattico. Infatti, il modulo con cui i neroverdi si schierano è il 4-2-3-1, identico a quello del predecessore. La costruzione dal basso è uno dei capisaldi dell’allenatore ex Empoli, perché tutta la squadra deve essere partecipe al gioco offensivo. Uno dei due mediani (Maxime Lopez o Frattesi) si abbassa sulla linea dei centrali formando una linea difensiva a 3, permettendo ai due esterni bassi di poter avanzare il loro raggio d’azione. Una volta consegnata palla ai terzini, il centrale di centrocampo di riferimento va immediatamente a supporto per avere uno scarico semplice in caso di pressing avversario. Anche gli esterni alti forniscono il loro contributo abbassando di 20-30 metri il loro baricentro, in modo da fornire un’altra soluzione al loro collega di fascia. Le sovrapposizioni degli esterni bassi sono una costante del gioco sulle fasce, anche grazie alla loro grande resistenza fisica (Toljan e Muldur sono i calciatori con la maggiore media di km percorsi escludendo Maxime Lopez). Tuttavia, la zona prediletta dalla fase offensiva neroverde è quella centrale: Djuricic viene incontro a creare gioco in mezzo al campo, Raspadori è deputato all’attacco degli spazi quando gioca da punta centrale, mentre alterna la sua posizione col serbo quando la punta la fa Scamacca. Boga e Berardi tendono a scambiare spesso la posizione con il trequartista, soprattutto l’italiano abile nel rientrare verso il centro e nella botta da fuori, spesso vincente. Fluidità di manovra, rapidità nei passaggi e circolazione palla a terra sono le parole d’ordine in terra emiliana. Un dato impressionante? Il numero di passaggi riusciti. Dopo Fabian Ruiz del Napoli, i due migliori in Serie A di questa classifica sono Maxime Lopez e Gianmarco Ferrari.
NON POSSESSO – La squadra emiliana non si smentisce sulla sua fisionomia ‘De Zerbiana’ anche nella fase di non possesso. Alla squadra emiliana non piace attendere guardinga nella sua metà campo quando la palla ce l’ha l’avversario, ma portare un pressing collettivo che possa permettere ai due centrali di giocare sulla linea di centrocampo. Una delle caratteristiche che risaltano di più è il tipo di marcatura adottato: uomo contro uomo a tutto campo, un rischio calcolato? I centrali di difesa non hanno paura ad affrontare gli attaccanti avversari in solitaria, grazie alle doti difensive nell’uno contro uno di Ferrari e Chiriches. Il Sassuolo dunque raramente va a raddoppiare su un particolare giocatore, ma ognuno prende in carico un avversario e lo segue costantemente per tutto il match, almeno fin quando il fisico regge. Infatti, uno dei punti deboli degli emiliani è la condizione fisica degli ultimi 15 minuti del match. Ben 5 punti persi in 4 partite nell’ultimo quarto d’ora di partita (sconfitte con Roma, Torino ed Inter e pareggio con il Genoa) denotano un calo fisico considerevole di questa squadra. Il pressing a uomo adottato dal tecnico può essere una delle cause maggiori di questo fenomeno. Conoscendo la metodicità di Allegri, il mister avrà già sicuramente preso appunti.