Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
ROMA – Lo Stadio Olimpico di Roma sarà il teatro in cui si sfideranno Lazio e Juventus nella partita valevole per la 13esima giornata di Serie A. Un match che potrebbe dire tanto sulle ambizioni di entrambe le squadre: la Lazio potrebbe addirittura allungare a +6 sui bianconeri, mentre la ‘vecchia signora’ potrebbe agganciare i biancocelesti a quota 21. Maurizio Sarri ritroverà la Juve da ex per la prima volta in carriera e lo farà, con ogni probabilità, senza il suo giocatore più decisivo, ovvero Ciro Immobile. Andiamo ad analizzare le caratteristiche tecnico-tattiche della sua squadra.
MODULO E POSSESSO – Il dogma tattico di Maurizio Sarri non si schioda dal 4-3-3 che ha reso il tecnico toscano uno dei migliori in Italia ed in Europa. Dopo un periodo di appannamento, i biancocelesti stanno pian piano assimilando i concetti ‘sarriani’, un periodo di flessione comprensibile visti i 5 anni trascorsi con Simone Inzaghi a suon di 3-5-2. Gli aquilotti costruiscono dal basso ed è proprio Pepe Reina, ovvero il portiere, che inizia l’azione. Che si tratti della smistata sull’esterno o della traccia centrale per trovare il playmaker, Reina riesce spesso a fornire passaggi precisi per i suoi compagni, essendo dotato di un buon piede. La soluzione centrale è fatta palla a terra, mentre se il corridoio di mezzo è chiuso, Reina rinvia alto verso la mezz’ala fisica (Milinkovic-Savic) abile nel gioco aereo. Se la pressione avversaria è bassa, la linea difensiva si alza e gli interni di centrocampo alzano la loro posizione tra le linee. A quel punto le soluzioni possono essere molteplici: combinazione tra l’esterno basso, la mezz’ala e l’esterno alto se si voglio sfruttare le corsie esterne (soluzione pericolosissima viste le qualità tecniche di Pedro e Felipe Anderson nell’uno contro uno), oppure il pallone alla mezz’ala più creativa (Luis Alberto) pronto a premiare i movimenti senza palla in profondità di Immobile e/o Pedro. Una delle grandi qualità di questa squadra è proprio il movimento senza palla degli interpreti, con la difesa avversaria che deve scegliere tra lo scappare indietro e farsi schiacciare, oppure l’attuare la trappola del fuorigioco: una scelta pericolosissima contro la Lazio. Spesso e volentieri il 4-3-3 diventa un 4-2-4 con Milinkovic che va a fare coppia con Immobile a centro area e Luis Alberto sulla linea di Cataldi ad inventare.
NON POSSESSO – La squadra di Sarri attua una prima fase di pressing votata all’attacco, in modo da costringere l’avversario a lanciare lungo o comunque cercare una soluzione più forzata. Se la prima linea di pressione salta, ecco che la squadra attua un atteggiamento più conservativo: gli interpreti scappano indietro e si schiacciano, creando pochissima distanza tra tutti i reparti. La linea difensiva si stringe in ampiezza per non concedere l’imbucata centrale, il centrocampo resta basso, pronto per un eventuale errore avversario a ripartire con rapidità, sfruttando l’accelerazione degli esterni e i piedi educati di Luis Alberto. Tuttavia, i difetti della Lazio sono risaputi ai più, soprattutto contro squadre che tendono ad attendere, più che a offendere. La manovra è spesso compassata, il giro palla potrebbe risultare sterile e fine a sé stesso e spesso qualche imprecisione di troppo apre le strade per la transizione offensiva avversaria. La Juventus potrebbe andare a nozze in questo senso.