Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
SAMPDORIA – Dopo la soffertissima vittoria di La Spezia, la Juventus non ha nemmeno il tempo di metabolizzare gli errori, perché domenica all’Allianz Stadium arriverà la Sampdoria di Roberto D’Aversa. Una Samp ferita nell’orgoglio dopo lo 0-4 casalingo subito dalla capolista Napoli. Non un match semplice quello che attende Massimiliano Allegri, andiamo a scoprire perché.
MODULO E POSSESSO – In controtendenza con le sue precedenti esperienze in Serie A, D’Aversa schiera la sua Samp con un 4-4-2 scolastico, a differenza del 4-3-3 che ha fatto prima le fortune del Parma, poi le sfortune nella stagione scorsa. Probabilmente l’acquisto di Caputo dal Sassuolo ha dato la necessità di dover giocare con il doppio centravanti assieme a Quagliarella, capitano e leader dei blucerchiati. In fase di possesso, la Samp ama, per indole, costruire dal basso e D’Aversa lo ha capito subito. Nonostante i trascorsi con il Parma in cui si giocava prettamente di rimessa, a Genova il tecnico abruzzese ha voluto provare a far costruire l’azione dal basso. I due esterni bassi di difesa sono molto importanti nella manovra del Doria: Bereszynski e Augello vengono sollecitati moltissimo, soprattutto dai centrali di difesa che si appoggiano sui due laterali. Il centrale di centrocampo di competenza scala verso l’esterno in modo da offrire una soluzione corta ai due terzini, mentre l’esterno alto (Candreva o Damsgaard) viene incontro per creare lo spazio ad uno dei due attaccanti per potersi inserire e ricevere la palla lungolinea delle retrovie. Un’altra soluzione è lo scambio rapido tra esterno basso, centrale di centrocampo ed esterno alto. Quest’ultimo, con le sue qualità, può puntare l’avversario e mettere il cross, oppure premiare le sovrapposizioni costanti del collega di fascia.
NON POSSESSO – La fase di non possesso della Sampdoria è molto dispendiosa e complicata per i suoi interpreti. Uno dei due attaccanti va a marcare a uomo il primo centrocampista di costruzione degli avversari, mentre l’altro attaccante va a presiedere la zona offensiva. Saltata la prima linea di pressione, la squadra cerca l’aggressione sul portatore di palla, raddoppiandolo spesso e a tuttocampo. Ad esempio, se il pallone transita sull’esterno, l’ala di centrocampo è il primo a pressare, coadiuvato dal centrale di centrocampo che scala sulla fascia. A quel punto, l’esterno basso deve alzarsi in pressing sul possibile ricevente successivo del lungolinea, mentre l’altro centrocampista centrale va ad occupare la zona lasciata libera dal compagno di reparto. Per questo, spesso gli avversari della Samp amano cambiare costantemente gioco in modo da far correre l’11 blucerchiato da un lato all’altro del campo. Se riesce la giocata lungo linea, il difensore centrale va a scalare in anticipo sulla giocata, mentre l’altro braccetto scala in copertura per raddoppiare. A quel punto, l’esterno basso va a fare la diagonale, qualora arrivasse il pallone verso il centro. Un pressing dispendioso che non è stato sempre efficace, come testimoniano le 4 reti subite dal Napoli.