Andiamo ad analizzare le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
BERGAMO – Una partita non di certo decisiva, ma quantomeno importantissima per il piazzamento Champions League: questo il succo di Atalanta–Juventus, match che si terrà domani sera al Gewiss Stadium di Bergamo. Due squadre che arrivano al gran galà in terra lombarda con stati d’animo e umori completamente contrapposti: i bianconeri vengono da 11 risultati utili consecutivi (esclusa la Supercoppa) e non perdono in campionato proprio dalla gara d’andata coi bergamaschi, mentre la banda di Gasperini è reduce da 2 punti nelle ultime 3 partite, ma soprattutto dall’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Fiorentina. In attesa del recupero della gara con il Torino, i nerazzurri sono stati sopravanzati (almeno temporaneamente) proprio dalla squadra di Allegri, la quale ha trovato fiducia nei propri mezzi dopo gli acquisti di Zakaria e Vlahovic. Ma ora concentriamoci sulla squadra orobica e analizziamo le frecce disponibili all’arco di Gasperini.
MODULO E POSSESSO – Il ‘Gasp‘ non abbandona il suo credo tattico schierando il suo solito 3-4-2-1 tutto aggressività e dinamismo. L’infortunio di Duvan Zapata non cambia assolutamente i piani strategici del tecnico di Grugliasco, nonostante l’importanza apportata dal colombiano grazie al suo strapotere fisico. I tre centrali di difesa giocano il pallone in modo rapido sugli esterni o in zona centrale con De Roon che fa da collante tra il reparto mediano e quello arretrato. La squadra resta sempre molto corta sia in profondità che in ampiezza, in modo tale da fornire più di una soluzione a chi è in possesso di palla, facilitandogli il compito. Le due sottopunte vengono a legare il gioco con il centrocampo, favorendo le incursioni a perdifiato degli esterni, entrambi con abilità non indifferenti in fase offensiva (il gol di Zappacosta in Coppa Italia contro la Fiorentina ne è una limpida testimonianza). In zona centrale gli scambi sono rapidi, con giocatori che invertono costantemente le loro posizioni tra di loro e creano le combinazioni per mandare in porta i calciatori offensivi di questa squadra (Zapata 12 gol in stagione, Pasalic a quota 9, Malinovskyi e Muriel 6). Tuttavia, l’arma più letale della squadra nerazzurra è il contropiede, grazie alla gamba e la facilità di corsa dei suoi interpreti, perfino dei centrali difensivi che non disdegnano l’attacco alla profondità coast-to-coast.
NON POSSESSO – Ormai nota ai più l’attitudine della squadra bergamasca in fase di non possesso, ovvero la marcatura a uomo in ogni zona di campo. L’azione di pressing inizia dall’impostazione dal basso degli avversari, con la punta centrale e uno dei due trequartisti ad aggredire i centrali, mentre l’altra sottopunta va a schermare il mediano costruttore del gioco. A quel punto, l’esterno di centrocampo che gioca sul lato palla si alza per mettere apprensione sull’esterno basso avversario, mentre i due mediani vanno a prendere le mezze ali. In questo modo, il trio di difesa è costretto ad alzare in modo consistente il suo baricentro e non lasciare spazio agli attaccanti avversari. Sul cambio di versante improvviso, ecco che tutto l’organico va a scivolare sul lato palla, con gli interpreti che vanno a chiudere la diagonale difensiva sul lato opposto, garantendo la solidità difensiva e la poca ampiezza tra un lato e l’altro.