Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
AMBIZIONI – Dopo la vittoria sofferta sul campo dell’Empoli, la Juventus torna a concentrarsi sul campionato e sulla lotta per un posto in Champions League a casa sua, all’Allianz Stadium nella sfida di domenica alle ore 18:00 contro lo Spezia. Alcune defezioni per Massimiliano Allegri che dovrà fare di necessità virtù dopo gli stop forzati per il lungodegente Chiesa, Alex Sandro, Zakaria e McKennie, con Chiellini in forte dubbio. L’avversario, seppur di bassa classifica, ha dimostrato di avere nelle corde un buon calcio e di saper mettere in difficoltà squadre di livello ben superiore al proprio. Differenti ambizioni (Champions per ‘Madama’, salvezza per le aquile), ma stesso obiettivo: i 3 punti. Andiamo ad analizzare le principali caratteristiche tattiche della formazione spezzina.
MODULO E POSSESSO – Uno dei maggiori pregi del tecnico brasiliano è quello di essere al passo coi tempi a livello tattico nel panorama europeo, ragion per cui lo Spezia non ha un modulo fisso pre-stabilito. In questa stagione, la squadra ligure ha giocato con il 3-4-3, poi con il 4-3-3, in alcune gare anche con il 4-2-3-1 ed il 3-5-2. C’è da sottolineare la grande applicazione degli interpreti, i quali hanno dovuto giocare in ruoli diversi da quelli di appartenenza in varie circostanze. La fase di possesso viene avviata dal portiere che si appoggia corto sui centrali difensivi, per poi spostare il gioco sugli esterni: se la difesa è composta a 4, i due terzini giocano molto larghi e uno dei due mediani retrocede sulla linea difensiva per mantenere almeno 3 giocatori di movimento a protezione del portiere, mentre se si tratta di una difesa a 3, sono i due braccetti a fare da esterni bassi, con l’abbassamento di un centrocampista. La mezz’ala che gioca sul lato palla accorcia verso il compagno per fornire supporto, mentre l’esterno offensivo viene incontro per liberare il cursore di fascia arretrato alla sovrapposizione. L’attaccante centrale replica ciò che la mezz’ala ha fatto precedentemente, liberando lo spazio in area per l’arrivo a rimorchio dei centrocampisti.
NON POSSESSO – Thiago Motta ordina ai suoi giocatori di tenere alta la linea di pressing e di andare ad infastidire l’azione avversaria sin dalle prime battute, con i 3 davanti che si dividono le zone di pressione. Le mezze ali seguono a tutto campo le fonti del gioco della squadra che hanno di fronte, solitamente il regista ed il trequartista, mentre il centrocampista centrale va a fare schermo davanti alla linea di difesa, cercando di creare densità centralmente assieme al ritorno della punta e alla compattezza della linea di difesa. La squadra di Motta cerca di coprire quanto più campo possibile in ampiezza, in modo da non concedere sfogo sugli esterni e di chiudere quanto più possibile le vie centrali. Tuttavia, una volta saltata la zona nevralgica della pressione spezzina, la squadra abbassa il suo baricentro, concedendo spesso chiare conclusioni dalla distanza che possono essere pericolose. Due dati da tenere d’occhio per il match di domenica: Provedel è il quarto portiere in Serie A per parate effettuate (81) al pari di Vid Belec della Salernitana, mentre Nikolaou è il terzo giocatore di movimento per palloni recuperati (179), solo Bremer del Torino e Walace dell’Udinese sono riusciti a fare meglio di lui.