FOCUS-Pari e patta all’Olimpico. Ultimi 15 secondi che non possono cancellare novanta e più minuti. Ieri contro la Lazio si è vista una Juventus mutevole, a due facce.
IL BENE-Il crescendo c’è. Le buone sensazioni assaporate tra Spezia e Champions League sono rimaste. Il gruppo accozzato nei primi tempi di Pirlo sembra sbiadirsi, lasciando spazio a qualcosa di più definito, oliato e che funziona un po’ di più.
Il 352 inziale si trasforma meglio in difesa con Cuadrado che scende. Mentre il 352/334 in fase offensiva, con Kulusevsky che si allarga, anche qui sta migliorando.
Contro la Lazio la sufficienza c’è. Buoni gli strappi una volta portati da Morata, poi Cuadrado, poi ancora Rabiot e Kulu. Non benissimo l’incisività la davanti. Manca ancora mordente ed iniziativa. Solo Ronaldo ieri è parso veramente pericoloso. Queste partite vanno chiuse e va fatto per tempo. Così ieri non è stato.
IL MALE-Sembra una cantilena e sembrerà ridondante, ma il limite fin qui della Juventus, o almeno il più evidente, è la tenuta della squadra rispetto al nuovo modo di giocare.
Il modus di Pirlo ammette una quasi totale perfezione di tutti i reparti, oltre che intelligenza tattica dei singoli. Questo passaggio ancora deve avvenire totalmente. Troppe volte ieri la squadra era lunga o si è barricata nella propria tre quarti.
Ultimo appunto negativo, le troppe palle perse e vuoti difensivi, segno della fragilità dell’aspetto difensivo della squadra.