Il pagellone dei giocatori della Juventus che hanno preso parte al Mondiale di Qatar 2022. Dal migliore al peggiore, passando per chi ha trovato poco spazio nell’arco dell’intero torneo.
SZCZESNY 7,5 – Il portiere polacco è stato portagonista assoluto nella prima parte del torneo. Con il rigore parato a Leo Messi nella terza giornata del gruppo C ha regalato alla sua Polonia il passaggio agli ottavi. Una prodezza che si aggiunge a quella compiuta nel match contro l’Aarabia Saudita vinto per 2 a 0. AQUILA ROSSA.
DANILO 6,5 – Impeccabile, funzionale e concentrato. Sono queste le tre qualità maggiormente espresse dal terzino brasiliano nel corso della sua avventura mondiale. Gioca sia a destra che a sinistra nella linea difensiva a quattro di Tite e, pur non lasciando il segno, colleziona prestazioni di livello. SOLDATO BRASILEÑO.
ALEX SANDRO 6 – Titolare nelle prime due uscite del Brasile contro Serbia e Svizzera, resta ai box a causa di un problema muscolare contro il Camerun e la Corea del Sud agli ottavi di finale. Ai quarti contro la Croazia entra in campo durante i tempi supplementari. Un mondiale vissuto tra alti e bassi (dovuti principalmente a problemi di natura fisica), ma che gli consente di tornare alla Continassa da Max Allegri con una sufficienza piena. UN PO’ VERDE E UN PO’ ORO.
BREMER 6 – Avventura mondiale di rodaggio per il centrale brasiliano della Juventus. Titolare nel match contro il Camerun e qualche scampolo di gara agli ottavi contro la Corea del Sud. Assiste, gioisce e soffre dalla panchina nelle restanti sfide. ALLA PROSSIMA.
RABIOT 7 – Un gol, un assist, belle giocate e tanta corsa. Il Mondiale del centrocampista francese della Juventus è senza ombra di dubbio di alto livello. Nel match d’esordio contro l’Australia la sua prestazione migliore. Subisce un leggero calo fisico sul finire del torneo, ma anche nella finale con l’Argetina si rende pericoloso. IN EVIDENZA.
MCKENNIE 5 – La Nazionale a stelle e striscie puntava su di lui, ma il texano bianconero non ha rispettato le attese. Nonostante la qualificazione agli ottavi degli USA, Weston McKennie non è mai entrato in maniera convincente nel gioco epsresso dalla squadra allenata da Gregg Berhalter. NESSUNA MAGIA.
PAREDES 6,5 – Un mondiale giocato nel ruolo di riserva di lusso. Paredes è rimasto nell’ombra per larga parte del torneo, con la consapevolezza che avrebbe conquistato la sua fetta di celebrità proprio nella finale, nell’atto conclusivo più importante, nella sfida dove non conta cosa hai fatto prima, ma ciò che realizzi in quell’istante. La freddezza nel calciare il terzo rigore vale una larga sufficienza. THE ICEMAN.
DI MARIA 7 – Il ‘Fideo’, sulla stessa scia di Paredes, sembra aver conservato le sue giocate migliori, la sua qualità e la sua condizione fisica per la finale contro la Francia. Un fantasma nei precedenti match, si sveglia improvvisamente nell’ultimo atto del torneo sfornando una prestazione da vero campione arricchita dal gol che sblocca il match. CARTA VINCENTE.
KOSTIC 5 – Lontano parente del Filip conosciuto nei mesi giocati con la maglia della Juventus. L’ala serba non riesce ad incidere come vorrebbere e, dopo tre gare incolore, subisce il tracollo insieme al resto dei compagni.
VLAHOVIC 6 – Il tecnico serbo gli preferisce Mitrovic, ma Dusan riesce ugualmente a mettere la propria firma nel suo primo mondiale in carriera. Certo, un bottino misero che non accontenta nessuno. POCO MA BUONO.
MILIK 5 – Il centravanti della Juventus vive un Mondiale con più ombre che luci. Arek scende in campo dal primo minuto solamente contro l’Arabia Saudita e fatica a conquistare la fiducia del proprio CT. Anche da subentrante offre prestazioni nettamente al di sotto di quanto fatto vedere in questi mesi con la maglia bianconera. FUORI SERVIZIO.