Analizziamo tutte le varianti che hanno portato la Juventus ad un regresso tecnico e tattico testimoniato dalla classifica.
CONCORSO DI COLPE – Che la sconfitta casalinga con il Benevento sia il punto più basso mai toccato dalla gestione Pirlo non vi è dubbio alcuno. Nonostante le occasioni create, la squadra ha denotato la sua triste peculiarità: poco collettivo e tanto affidamento sul singolo. Colpa dell’allenatore? Buona parte del demerito potrebbe essere attribuito al tecnico bresciano, che non è riuscito a dare una vera identità di squadra alla Juventus, troppo lenta e compassata nel giro palla, poco lucida nel possesso e troppo fragile psicologicamente. Il gol di Adolfo Gaich è arrivato sull’unico tiro in porta dei campani, regalato da uno sciagurato passaggio in orizzontale di Arthur, uno di quelli che non ti aspetti. E’ qui che Pirlo viene esentato dalle colpe, almeno se si guarda in superficie: non è lui a scendere in campo, ma è lui il primo a dover infondere fiducia e tranquillità. In questa stagione spesso e volentieri si sono visti degli errori individuali, dimostrazione di insicurezza e paura di una squadra che, chiamandosi Juventus, non può neanche lontanamente pensare di avere. Come mai questa mancanza di personalità, nonostante i reiterati complimenti in passato ai più anziani per aver infuso il loro ‘dna vincente’ e la loro sicurezza?
APPAGAMENTO – Alcuni addetti ai lavori hanno parlato di ‘normalità’ su ciò che sta succedendo in casa Juve a livello di risultati, per una sorta di appagamento dopo i 9 scudetti consecutivi vinti dai senatori e da qualche membro della squadra con più anni di Juve alle spalle. La mancata presenza dei senatori ai microfoni nel post partita della Champions con il Porto ha fatto storcere il naso ai tifosi, che avrebbero gradito quantomeno delle spiegazioni. Fosse veramente questo il motivo del calo di una fortezza del calcio italiano, i tifosi della vecchia signora avrebbero tutto il diritto di essere delusi e amareggiati con i veterani, soprattutto se per quasi un decennio lo zoccolo duro della squadra è stato osannato per caratteristiche quali l’attaccamento alla maglia e l’abnegazione alla causa bianconera. Da una normalità all’altra, nel giro di 6 mesi scarsi.
QUESTIONE CR7 – Le scelte societarie sugli acquisti e sulle cessioni fanno parte del gran calderone delle critiche dei tifosi bianconeri. L’acquisto di Cristiano Ronaldo è stato un affare a livello di immagine e di brand a livello mondiale, tuttavia il suo arrivo ha fortemente condizionato il bilancio odierno, sia in termini economici, sia in termini di risultati. La sua centralità nel progetto e nelle scelte in campo ha reso il gioco della Juventus (da tre anni a questa parte) stagnante. Il gioco appare incentrato sulla sua figura, i compagni effettuano una ricerca ossessiva di Cristiano, perchè dai suoi piedi può nascere qualcosa di importante, ma non è questa la ricetta di una squadra vincente. In Italia, qualche anno fa, giocare in questo modo ti garantiva comunque di raggiungere trofei a causa dei problemi continui della concorrenza. Ma ora i problemi ce li ha la signora, mentre la concorrenza viaggia spedita. Il grandissimo contributo in termini realizzativi di Cristiano è sotto gli occhi di tutti, ma l’involuzione delle trame di gioco della Juve passano anche e soprattutto da lui. Che sia arrivato il momento del capolinea?