Paulo Dybala ha infiammato la gara di ieri sera, segnando la doppietta decisiva che ha regalato alla squadra un biglietto per gli ottavi di Champions League. Contro lo Zenit si è rivisto il numero 10 su cui punta Allegri, il vero trascinatore e simbolo della Juventus.
JOYA – “Ti ricordi, Michel?” cantava Claudio Lolli in una celebre canzone. Come dimenticarlo questo nome, che nelle orecchie e nella mente dei tifosi bianconeri risuona dolcemente. Un suono cullante ed elegante, un sibilo quasi impercettibile che riporta – attraverso prese estetiche proustiane – alle memorabili imprese del passato. Michel a Torino è e sarà sempre uno solo: Platini, “Le Roi”, una sorta di genius loci capace di vincere tre palloni d’oro consecutivi e regalare la gioia di una Coppa dei Campioni, vinta sullo sfondo della tragedia. Paulo Dybala ieri sera l’ha omaggiato, tributandogli l’esultanza del gol numero 105 con la maglia della Juventus. Un gol importante, che ha segnato il sorpasso dell’argentino sulla leggenda francese nella classifica marcatori bianconera. La Joya ha richiamato la storia, stendendosi sul fianco sinistro e portando il braccio sotto la testa in occasione del gol che ha sbloccato la sfida contro lo Zenit; una cartolina datata e spedita nel 1985, arrivata ieri con una nuova affrancatura all’Allianz Stadium. Passato e presente che si sovrappongono in un gioco di specchi. Corsi e ricorsi storici che fanno sognare e sperare: l’ex Palermo ha un’eredità pesantissima sulle spalle, quel numero dieci che è stato – oltre che del francese – anche di Alex Del Piero è un onore e un onere per lui. Quel peso talvolta può essere schiacciante, ma lui ha dimostrato di poter meritare quella maglia. Al netto degli infortuni e di una condizione fisica altalenante il suo futuro è ancora tutto da scrivere, con un rinnovo alle porte e una carica speciale da leader vero di questa squadra.
LA PARTITA – Il vantaggio firmato dal talento di Laguna Larga è arrivato all’undicesimo minuto, con un tiro schiacciato a terra che non ha lasciato scampo a Krytsyuk. Dopo il pareggio russo – grazie ad un autogol di Bonucci – è partita l’escalation bianconera, che ha portato ai gol di Dybala su rigore, Chiesa e Morata. L’argentino ha illuminato la serata con giocate memorabili e decisive, come l’assist per l’ex Atletico nel finale della partita. C’è gloria anche per Azmoun dello Zenit, cha ha trafitto Szczesny nel recupero con la rete del 4-2. I due gol presi sono il campanello d’allarme di un problema non ancora risolto del tutto. Per questo serve il ritiro programmato da Massimiliano Allegri (che avrà fine sabato dopo la sfida di campionato contro la Fiorentina), per limare le asperità e i difetti di questa squadra per certi versi troppo acerba.
IDENTITÀ – La Juventus deve ritrovare se stessa e deve farlo al più presto, inanellando vittorie su vittorie e lasciandosi alle spalle questo momento negativo. Per riuscirci ha bisogno di uomini chiave come il suo numero 10, il simbolo e il vero trascinatore di questa squadra. Dybala, però, non può e non deve rimanere la vox clemantis in deserto, per questo c’è bisogno del supporto degli altri senatori: Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini su tutti. Questa squadra ha già superato crisi simili, talvolta anche più gravi. Il tempo della depressione è finito, serve uno scossone.