Analisi di un possibile passaggio di testimone in casa bianconera
La notizia ha cominciato a diffondersi nei giorni scorsi: la Juventus sarebbe interessata ad Alexis MacAllister, centrocampista classe 1998 del Brighton e dell’Argentina, con la quale si è da poco laureato campione del mondo da protagonista. L’entourage del giocatore sembra aver aperto al trasferimento, anche se l’allenatore degli inglesi, l’italiano Roberto De Zerbi, ha espresso pubblicamente la speranza di poterlo tenere in rosa almeno fino al termine della stagione. Per far sì che il centrocampista dell’Albiceleste possa approdare in bianconero, tuttavia, è necessaria un’uscita: il maggiore indiziato è Weston Mckennie, coetaneo di MacAllister, che ha apprezzamenti soprattutto dalla Premier League. Il texano è stato cercato dal Bournemouth, destinazione tuttavia non gradita, ma anche il Tottenham di Conte e Paratici, nei mesi scorsi, aveva dimostrato interesse.
DA FARE? – Sempre che una tale girandola vada effettivamente in porto, alla Juventus converrebbe – dal punto di vista tattico – sacrificare l’ex Schalke 04 per accogliere il prodotto delle giovanili dell’Argentinos Jr? A primo impatto, la domanda può sembrare scontata: il nome di MacAllister è in hype sin dalle prime battute del Mondiale disputato in Qatar, quando il commissario tecnico Lionel Scaloni ha deciso di puntarci e non lo ha più tolto dalla formazione titolare. Analizzando più a fondo i profili dei due giocatori, si trovano delle somiglianze, specialmente nella duttilità e nella forza fisica: entrambi con un buon fiuto del gol, l’argentino è più disciplinato, mentre lo statunitense ha negli inserimenti la sua vera forza. A livello realizzativo, i numeri sono simili: per il centrocampista del Brighton sono 28 in 203 apparizioni tra club e nazionale, mentre per il numero 8 bianconero sono 31 in 244 presenze. Di questi, per MacAllister la maggior parte sono arrivati giocando da trequartista, un ruolo che alla Juventus – attualmente – non serve, anche se dopo il Qatar la possibilità di vederlo più spesso nella posizione centrale del centrocampo si alzerà sensibilmente. In questa posizione ha dato il suo meglio Mckennie, che ha realizzato 11 gol e fornito 7 assist in 97 presenze. Il vero ago della bilancia potrebbe essere sul piano della forma fisica: lo statunitense fatica molto a entrare in forma all’inizio della stagione e quando ci sono lunghe pause – come ha dimostrato anche questa sosta – e in questo inizio di stagione ha sofferto moltissimo questo aspetto, risultando fuori forma per diverse partite. L’argentino ha – dalla sua – la poca esperienza a livello internazionale – che tra l’altro arriva tutta dalle 14 presenze con l’Albiceleste – e questo può essere un’incognita che non va sottovalutata. A Torino ci sono valutazioni in corso: il passaggio di testimone potrebbe avvenire, a gennaio o a giugno, ma è bene muoversi in maniera cauta e razionale.