Nonostante il suo cuore sia a tinte bianconere, il rapporto tra lo spagnolo e la Vecchia Signora non è mai riuscito ad essere duraturo. E adesso va profilandosi l’ennesimo addio.
FASI ALTERNE – Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Così cantava Antonello Venditti, parole che calzano a pennello con i vari tira e molla intercorsi dal principio tra la Juventus e Alvaro Morata, complice un rapporto che, ogni volta che sembra decollare, subisce un’improvvisa battuta d’arresto.
Estate 2014: lì dove tutto ha inizio. Il 19 luglio di quell’anno quel giovane talento ventunenne che il Real Madrid voleva tenersi stretto, tanto da pretendere l’inserimento della clausola di riacquisto dopo due anni, sbarca a Torino firmando per i bianconeri. A volerlo è Antonio Conte, anche se quello stesso anno il tecnico annuncia la sua dipartita lasciando il posto a Massimiliano Allegri, che decide di avvallare comunque l’acquisto. Tuttavia, l’annata della sua consacrazione è il 2015, in cui Alvaro è decisivo soprattutto nel cammino dei bianconeri verso la finale di Champions di Berlino. Gol all’andata e al ritorno col Dortmund negli ottavi di finale, gol all’andata e al ritorno al Real Madrid in semifinale, gol nella finale di Berlino contro il Barcellona. Sul tiro di Tevez respinto da Ter Stegen, Morata era al posto giusto a momento giusto, come sempre. Stesso canovaccio nel 2015-2016, quando domina fisicamente i primi 60’ della storica partita contro il Bayern Monaco, ritenuta da molti in quel momento come la squadra più forte d’Europa insieme al Barcellona: forse, si tratta della sua miglior prestazione con la maglia bianconera.
Poi lo strappo, una separazione che era già nell’aria dopo la finale di Coppa Italia a Roma del 22 maggio, contro il Milan: entrato al 108’, in gol al 110’, decisivo per l’1-0 finale, tutto ciò prima delle lacrime di addio con la coppa in mano. Alvaro ritorna in patria, al Real Madrid, ma esattamente un anno dopo ritrova la sua Juventus a Cardiff, in occasione della finale di Champions League: è proprio lui a spuntarla. Poi, un’estate ad essere accostato al Milan, prima di finire al Chelsea: una scelta di cuore, non solo per Conte, ma anche per la Juve, poiché non avrebbe mai giocato in un’altra squadra italiana, dopo che a Cardiff era rimasto positivamente sorpreso dal profondo affetto dei supporter juventini.
La parentesi nella città della Regina, però, dura ben poco per via di un feeling mai trovato e, dopo un anno e mezzo, si trasferisce all’Atlético Madrid, la squadra per cui faceva il tifo da piccolo. E’ un segno del destino: proprio lì ricomincia a segnare come ai tempi migliori, ritrovando completamente se stesso. Morata convince i conchoneros a comprarlo, ma nel frattempo da Torino arrivano alcune richieste piuttosto rumorose: la Juve ha bisogno di una punta e, dopo un incredibile numero di giocatori accostati alla squadra, nel mese di settembre del 2020 ecco il ritorno a casa di Alvaro.
Dopo un anno e mezzo siamo di nuovo giunti, a quanto pare, ai titoli di coda, con Morata che ormai viene dato come prossimo giocatore del Barcellona. L’ultimo scorcio del 2021 aveva lasciato presagire tutt’altro, con il centravanti mostratosi decisivo nelle recenti uscite, con la speranza che, affiancandogli un’altra punta, potesse essere lui uno degli artefici della rinascita bianconera. Invece no: potremmo essere di fronte all’ennesima battuta d’arresto di una lunga storia, di anni di puro amore sportivo.