La Juventus non deve farsi distrarre dalle voci di mercato che oggi accostano, domani allontanano nomi da Torino. Le basi del futuro si gettano nel presente. Dopo la sosta, per la squadra di Andrea Pirlo i giochi non sono chiusi.
REAZIONE – 31 ottobre 2015. Minuto 93 di una stracittadina della Mole che sembra avviarsi verso un pareggio che non rende giustizia alle tante occasioni create e alla voglia dei bianconeri di portare a casa una vittoria che sarebbe linfa vitale per la classifica di una Juventus in crisi nera di risultati. Pogba aveva ritrovato una rete splendida di gran classe nel primo tempo, Bovo aveva pareggiato i conti per i granata con un gran sinistro nella ripresa. Al novantesimo il colpo di testa di Bonucci impattava la traversa. Chissà cosa sarà passato nella testa degli dei del calcio quando hanno riservato per quel derby di Torino un epilogo che pare la fotocopia, altrettanto emozionante, di quello disputato un anno prima. La sera di Halloween Cuadrado vestì i panni del fuochista per innescare la reazione decisiva ad agguantare risultato e fiducia. Da quel momento in poi fu una serie interminabile di successi che portò alla rimonta scudetto ai danni del Napoli. Forse il fattore derby è proprio questo, che chi ci crede di più può portare a casa la partita e giovare della straordinaria carica agonistica che un successo nella tenzone cittadina può distribuire nelle pile del prosieguo della stagione. Della medesima reazione, rabbiosa e allo stesso tempo d’orgoglio, avrebbe bisogno il gruppo di Pirlo, alle prese con errori di ogni sorta e tonfi clamorosi. Guai però a mollare la presa. Vincere il derby può dare un senso agli ultimi mesi del campionato. L’adrenalina straordinaria che si libera dall’incontro con i granata va ben oltre le motivazioni dei tre punti per abbracciare gli effetti benefici del ritorno d’orgoglio propri della grande squadra.
CALCIO PIU’ CHE MERCATO – Il derby del 3 aprile prossimo è il primo appuntamento di un dittico di sfide che definire decisive non basterebbe a quantificarne l’importanza. Perché la caduta casalinga con il Benevento ha rigettato sui bianconeri l’ombra dell’estromissione dal piazzamento utile per la Champions. La gara con il Torino assume allora i connotati del crocevia fondamentale di un aprile da non sottovalutare. McKennie e compagni sono chiamati a bissare la partita di carattere dell’andata. Quattro giorni dopo sarà la volta del Napoli in una gara dai tanti significati per il lungo e indigesto antipasto di polemiche che l’hanno preceduta. I successi esterni su Milan e Roma hanno fatto avvicinare paurosamente la squadra di Gattuso a quella dell’amico Pirlo. Il divario, ridotto al lumicino di due soli punti, testimonia come i partenopei abbiano recuperato uomini e fiducia, mentre indiscrezioni di mercato e presagi di cambiamento proiettano anzitempo la Vecchia Signora nella stagione che verrà. Errore marchiano. Non è ancora il momento dei voli pindarici. Non è raccomandabile. Urge fare ritorno al punto di partenza. Urge ragionare sulla stagione in corso. Il presente della Juventus risponde al nome corsa Champions. Tanto più i bianconeri chiuderanno il campionato con il tanto agognato piazzamento tra le prime quattro, tanto più sarà roseo il prossimo futuro. Il mercato può aspettare e, a dir la verità, può regalare soddisfazioni maggiori se vedremo Madama tra le contendenti dell’urna di Nyon dell’edizione 2021-22. Del resto, a questi livelli è ben risaputo che dove c’è Champions, c’è speranza.