Nonostante il nono risultato utile consecutivo, per Allegri non è tutto rose e fiori.
IL GIORNO DOPO – La classifica dice -10. E’ tanta la distanza tra la testa, occupata da Napoli e Milan, e la Juventus, uscita con un punto importante da San Siro. Quello maturato ieri sera è il nono risultato utile consecutivo per i bianconeri, con 7 vittorie e 2 pareggi (arrivati con le milanesi), Champions League inclusa: il ritorno in corsa per le prime posizioni è ormai certo, e il vero valore della rosa sta piano piano venendo fuori. Gli aspetti su cui lavorare non mancano: da molti di questi fattori, probabilmente, dipenderà la stagione bianconera.
SOLIDITA’ – La difesa ha ormai trovato il giusto equilibrio: il gol di Dzeko è causato da una serie di sfortunati eventi e nessuno ne ha colpe. A centrocampo, i problemi non mancano: Locatelli è parso in leggero calo, mentre nè Bentancur nè McKennie sono parsi in grado di alzare il tasso tecnico della squadra. Lo statunitense dimostra di muoversi bene, ma molto spesso quando ha la palla sbaglia la scelta e questo ne condiziona inevitabilmente il giudizio. L’uruguagio, invece, è dovuto subentrare ieri quasi a freddo a causa dell’infortunio di Bernardeschi, e non è riuscito a dare il meglio di sè nemmeno in fase di interdizione, laddove Allegri gli chiede lo sforzo maggiore. Se a questo si unisce il momento non entusiasmante di Cuadrado e Chiesa, il problema si acuisce: il ritorno di Arthur e Rabiot a pieno regime basterà per risollevare il centrocampo bianconero?
FREDDEZZA – La vera e propria nota dolente di questo inizio rimane tuttavia la fase offensiva. La Juventus ha segnato, in 9 giornate, 13 gol: solo Torino, Sassuolo, Udinese, Venezia, Spezia, Cagliari e Salernitana hanno fatto peggio. Per dare un’idea del dato: il Genoa, terz’ultimo, ha segnato 14 reti. Con tutto il rispetto per il Grifone, qualità della rosa e obiettivi sono diversi, e questo numero deve far scattare più di qualche campanello d’allarme: se è vero che la filosofia del corto muso regna sovrana alla Continassa, è evidente la mancanza di un giocatore con il vero e proprio fiuto del gol. Morata, che in carriera non è mai stato un bomber nel vero senso della parola, ieri ha avuto una buona occasione su un passaggio illuminante di Locatelli, ma l’ha sprecata. Le speranze per Allegri risiedono in gran parte in Paulo Dybala, che ieri sera ha trovato il terzo gol del suo campionato: di questi, due sono arrivati però su calcio di rigore. Sarebbe sbagliato e prematuro sperare in Kaio Jorge, nonostante i due spezzoni giocati abbiano dato segnali incoraggianti: il brasiliano è giovane e ha bisogno di tempo. Per tentare la scalata, ci vogliono appigli saldi. Se questi mancano, si rischia di scivolare.