Il match di ieri sera ha confermato uno degli aspetti su cui Allegri sta lavorando con più attenzione
FIDUCIA – I risultati? Stanno arrivando. Il bel gioco? Arriverà, forse. Intanto, la Juventus si gode la quarta vittoria consecutiva in campionato, la quinta in assoluto se si conta quella con il Chelsea in Champions League. E non questo l’unico aspetto che può far sorridere l’ambiente. Nella partita di ieri, a brillare maggiormente sono stati in quattro: De Sciglio, Bernardeschi, Bentancur e Kean. Per motivi diversi, tutti e quattro criticati nella loro avventura bianconera. Ieri, almeno in parte, ognuno di loro si è preso una piccola rivincita. Ad accomunarli, un nome e un cognome: Massimiliano Allegri. Con il suo lavoro, il tecnico livornese sta riconsegnando importanza anche a chi, per ovvi motivi, poteva sentirsi fuori dal progetto o chi, complice giovane età e critiche ricevute, poteva destabilizzarsi. E lo sta facendo bene.
PUPILLO – A sorprendere più di tutti, in positivo, è stata la prestazione di Mattia De Sciglio. L’opinione pubblica, in particolare i social, sono sempre stati molto poco clementi con lui: il legame che lo lega ad Allegri è inequivocabile, ma il terzino ex Milan non è lì solo per ottime referenze. La sua partita lo dimostra: quando è in fiducia e ha spazio, come successo nella sfida di ieri, può essere un ottimo gregario di questa squadra. Con i cambi di gioco, ieri la Juventus è riuscita a mettere in difficoltà la Roma. Molto spesso, questi erano indirizzati proprio a De Sciglio, protagonista in occasione del gol dell’assist decisivo per il vantaggio bianconero. E chi c’era in area? Bentancur e Kean, altre due cavie dell’esperimento allegriano.

GIOVANI – La loro situazione è diversa, ma per certi aspetti molto simile. Rodrigo Bentancur è ormai da anni considerato un incompiuto, nonostante sia ancora giovane (è un classe ’97). L’anno con Sarri, nel quale era stato uno dei giocatori più positivi, sembrava averlo portato stabilmente a essere considerato un centrocampista da Juve, ma con Pirlo prima, e in questo inizio di stagione poi, le sue quotazioni erano a ribasso, nonostante la fiducia di Allegri che lo ha sempre schierato. La questione più discussa riguardava il suo ruolo in campo: è un regista? Non ha abbastanza visione di gioco. E’ una mezzala di inserimento? Non ha abbastanza gol nelle gambe. La partita di ieri ha dimostrato il campo dove l’uruguagio può eccellere: la fase di interdizione. Se riesce a imporsi in mezzo al campo, diventerà una pedina fondamentale per questa Juventus. Moise Kean, invece, è andato in gol per la seconda volta in questa stagione. Sappiamo benissimo che è quello per cui un attaccante vive, ma a risaltare non è stata la rete, seppur fondamentale ai fini del risultato. Quello che ha colpito in positivo è stata, finalmente, l’applicazione in campo: Allegri gli chiede di tener su la squadra e di non scattare in profondità. Ieri, ancora a sprazzi e non in maniera perfetta, si è visto un Kean più presente in campo. C’è ancora tanto da lavorare, ma per il talento azzurro classe 2000 la guida dell’allenatore livornese può risultare decisiva.

FATTORE B – Ultimo, ma non per importanza, Federico Bernardeschi. Se quella rovesciata fosse finita in rete, probabilmente oggi avremmo visto un trattamento diverso nei suoi confronti. La realtà è che, a prescindere, le sue prove stanno diventando sempre più convincenti: non ci sono ancora quei lampi che ci si aspetta da un giocatore come lui, ma c’è la solidità e la maturazione, evidentemente in atto, di un giocatore che a 27 anni è chiamato a far vedere veramente quali siano le sue caratteristiche. La sua duttilità potrà risultare decisiva per Allegri: sta a lui dimostrare di meritarsi fiducia.
