Debolezza atletica, fragilità mentale, gioco senza anima: queste sono le principali problematiche emerse in questo inizio di stagione bianconero. Quando finirà la tempesta?
GUARDARE AVANTI. “Insieme”: questo è il messaggio arrivato dalla Continassa dopo la sconfitta di mercoledì contro il Benfica. Insieme si riparte, consapevoli che le responsabilità vanno sempre condivise. Il problema, però, è quando. Sì, perché il calcio non aspetta più e la Juventus, allo stato attuale, sembra essere avvolta da un sonno profondo. Per Massimiliano Allegri, colui che è sempre pronto a stemperare i momenti di impasse con un sorriso o una battuta, è già tempo di processi, con i bianconeri rivelatisi carenti sotto tutti i punti di vista: tecnico, tattico, caratteriale, fisico.
Anche se quella tra la dirigenza e il tecnico pare che ancora continuerà, di sicuro è già ai titoli di coda la seconda luna di miele tra Max e i tifosi, che ormai da settimane ne chiedono a gran forza la cacciata a suon di hashtag #AllegriOut. A preoccupare è innanzitutto la condizione atletica: sia contro il Benfica che in altre partite, la squadra gioca bene per una ventina di minuti andando subito in vantaggio, poi però d’improvviso si ferma e non riesce a mantenere la stessa intensità per tutta la gara. Alla debolezza atletica è strettamente correlata anche quella mentale: una volta trovato il vantaggio, infatti, la squadra si ripiega su sé stessa come se già si accontentasse, faticando e non poco a chiudere il match e reagendo solo quando viene raggiunta o superata. Dove è finito l’Allegri che lavorava con successo sulla testa dei giocatori? Inoltre, la sua Juve fa pochissima transizione offensiva, senza mai attaccare lo spazio, e anche sul possesso palla la squadra fatica a trovare idee, limitandosi a un fraseggio inutile che finisce spesso col rifugiarsi nel passaggio all’indietro per ricominciare l’azione da Bonucci o dal portiere. Tradotto in altri termini, una squadra completamente in confusione apparsa senza anima.
L’unico alibi a cui può aggrapparsi il tecnico sono i tanti infortuni: quelle di Pogba e Chiesa sono senza dubbio due assenze pesanti e Allegri sa perfettamente che li riavrà a tempo pieno solo a partire da gennaio, quando si riveleranno preziosi per il proseguo del campionato, mentre per la Champions, invece, potrebbe già essere troppo tardi. Nel frattempo, potrà contare solo su Di Maria, l’altro top player fortemente voluto dal tecnico ma con il quale, però, sembrano esserci già state le prime frizioni che riguardano non solo la gestione dell’infortunio, ma anche alcune scelte incomprensibili del tecnico. Emblematica la scena, al termine della gara contro il Benfica, in cui l’argentino chiede visibilmente a Milik il perché della sostituzione, manifestando una certa distanza nei confronti delle scelte del tecnico. Questo è solo l’ultimo indizio che inchioda Allegri alle sue responsabilità di “normalizzare” anche l’entusiasmo e l’estrosità dei grandi giocatori. Il tempo per recuperare c’è tutto, ma solo a condizione di cambiare marcia e atteggiamento. Già a partire dal Monza, match che ha tutte le sembianze della classica ultima spiaggia. Serve subito una svolta per uscire dalla crisi.