L’addio di Chiellini lascerà un vuoto incolmabile
LEADER – Ieri è andato in scena l’ultimo atto di una carriera straordinaria. Giorgio Chiellini ha salutato la sua gente per l’ultima volta tra la commozione dello stadio intero. Non si vedeva un addio così emotivamente forte da quello di Alex Del Piero, nel lontano 2012. Quando una bandiera del suo calibro si ritira, tutto il calcio italiano ne risente. Re Giorgio è stato l’ultimo modello del difensore vecchio stampo, quello insuperabile che preferisce buttare la palla in tribuna piuttosto che concedere un’opportunità agli avversari. Colui che sopperisce con la tenacia e il carattere a una tecnica non sopraffina. Chiello ha alle spalle un palmares immenso, ma lo status che ha conquistato agli occhi della sua gente non si spiega solo con i trofei. Ha annullato i migliori attaccanti al mondo, senza mai fare sconti a nessuno, e il fatto che non sia riuscito a coronare il sogno della Champions è questione di sfortuna. Lui la meritava più di tutti per l’impegno e la leadership con i quali ha guidato tutti i compagni che si sono alternati nel corso dei nove scudetti. Si è rifatto con l’Europeo, unico trofeo internazionale. Anche in quella circostanza ha avuto un ruolo da protagonista assoluto: il fallo su Saka resta uno dei momenti più iconici e piacevoli della finale di Wembley. Come Giorgio non ne nasceranno più e questa consapevolezza rende il suo addio ancora più amaro. Purtroppo nessuno scappa dal diventare grandi e ora è giunto il suo momento. In conclusione, possiamo affermare che Chiellini non è un pilastro della Juventus, non è un capitano, non è un leader. Chiellini è la Juventus e questo nessuno lo cancellerà mai, nemmeno il tempo che passa.