Allegri di comune accordo con la società ha disposto il ritiro della squadra fino alla sfida di sabato con la Fiorentina. I bianconeri dovranno ritrovarsi e ritrovare un’identità.
SITUAZIONE DELICATA – La Juventus è a metà strada fra inferno e paradiso, in un purgatorio fatto di dubbi e incertezze. La sconfitta col Verona ha lasciato delle scorie che difficilmente riuscirà a smaltire, quantomeno nell’immediato. L’unica nota lieta del Bentegodi è il gol di Mckennie, il secondo consecutivo dell’americano in campionato. Il punto da cui ripartire potrebbe essere questo, basta vedere il bicchiere mezzo pieno. Dall’altro lato del guado c’è una condizione fisica e mentale che lascia a desiderare, a discapito di una rosa sufficientemente attrezzata per vincere. Le prestazioni delle ultime due partite sono deplorevoli, i giocatori faticano a tenere il ritmo delle avversarie e a testimoniarlo sono i troppi contrasti persi e la svogliatezza profusa nel tentativo di recupero palla.
SOMMERSI E SALVATI – In queste due partite è emersa la voglia di Paulo Dybala, sempre di più l’uomo che professa nel deserto. I due legni colpiti e le poche occasioni pericolose nelle ultime partite sono frutto di sue iniziative. Attorno a lui il vuoto (tranne il suddetto Mckennie). Morata è un desaparecido: sembra la controfigura smorta di se stesso. Arthur – da poco ristabilito e a pieno regime – ancora non riesce ad esprimere le sue qualità: nelle ultime due partite ha commesso diversi errori in impostazione, regalando anche dei palloni ferali agli avversari. Negligenza che ha colpito anche Manuel Locatelli. L’ex Sassuolo dopo un inizio straordinario sembra aver perso lo smalto e la brillantezza; dalla panchina o in campo dall’inizio non cambia, non riesce più ad incidere. Rabiot è sempre più non pervenuto, le sue prestazioni seguono l’onda lunga dell’incostanza ormai da troppo tempo. Stesso discorso per Dejan Kulusevski: lo svedese non trova una quadratura. Le prestazioni col Parma di D’Aversa sembrano ormai un ricordo sbiadito prossimo all’oblio. L’unico acuto in questa stagione è stato il gol nella scorsa sfida di Champions contro lo Zenit.
COSA SARÀ – La Juventus è tornata ad essere una farragine; il magma indistinto di inizio stagione ha ritrovato la sua inconsistenza. Il ritiro proverà a lenire le ferite purulente inferte da Verona e Sassuolo. Allegri proverà a ridare fiducia ai suoi uomini, lavorando sulla testa e sul carattere. Domani ci sarà il primo importante banco di prova. La serata di Champions con lo Zenit dirà molto sullo stato di salute dei bianconeri. Nel frattempo ci si affida al ritornello della canzone di Lucio Dalla: “cosa sarà”?