Un biennio di delusioni mette in discussione la figura della guida tecnica bianconera
RIMPIANTI – Richiamato per trasferire il suo spirito da vincente ad una Juventus restia al cambiamento iniziato da Sarri prima e da un acerbo Andrea Pirlo, il ritorno di Massimiliano Allegri non ha portato gli effetti sperati da Andrea Agnelli che ha scelto nuovamente il tecnico livornese nel 2021.
Un contratto pesante quello siglato dal tecnico livornese che ha la parvenza di un’assicurazione che lo lega alla Juventus fino al 2025 con uno stipendio da 7 milioni a stagione sulla quale la nuova dirigenza bianconera sta facendo le dovute riflessioni.
Perché l’Allegri bis dopo due stagioni ha portato delusioni sotto tutti i punti il punti di vista sportivo, economico e comunicativo.
I bianconeri concluderanno per la seconda stagione di fila senza trofei in bacheca, peggiorando i risultati sportivi delle stagioni sulle quali l’ex allenatore di Cagliari e Milan non ha allenato la squadra bianconera.
Una Juventus che in due anni non è stata mai lontanamente competitiva per la vittoria del campionato, nella quale ha raggiunto un quarto e forse un secondo posto (sul campo). L’aspetto più grave non è la non vittoria del titolo ma il fatto che i bianconeri non siano mai stati neanche vicini a rischiare di vincere il titolo dove comunque il Milan prima e il Napoli poi non avevano sulla carta delle rose migliori della Juventus.
Le brutte figure alle quali è stata esposta la Juventus sono molteplici e prestazioni come quella di Monza, piuttosto come quella di Haifa, passando per il doppio match contro il Benfica, alla sfida del Castellani, non sono accettabili per un club come la Vecchia Signora.
Il piatto piange in casa bianconera anche dal punto di vista economico perché gli sforzi per acquistare calciatori che permettessero al club di alzare il livello sono stati fatti e i risultati ottenuti non sono consoni al valore reale della rosa.
L’acquisto di Vlahovic doveva servire ad alzare il livello di gol e l’acquisto a Gennaio 2021 dell’attaccante migliore che poteva offrire il panorama calcistico italiano è stato una delusione. L’attaccante serbo della Juventus sembra involuto all’interno di un impianto tattico in cui la squadra segna solo grazie a giocate individuali e non per merito di uno sviluppo del gioco che qualsiasi squadra di alto livello dovrebbe avere.
Il centravanti classe 2000 complice la probabile esclusione della Juventus dalle coppe europee potrebbe finire sul mercato, per provare a recuperare gran parte dell’investimento fatto dalla dirigenza che lo ha portato a Torino per 75 milioni.
Gli acquisti di campioni come Di Maria e Pogba, sponsorizzati proprio dal tecnico bianconero per alzare da subito il livello della personalità si sono dimostrati un fallimento sia per la scelta di due profili di livello internazionale dall’indiscusso valore che non sono riusciti a rispettare le aspettative per motivi tattici il primo e fisici per quanto riguarda il francese che sembra un parente del calciatore dominante che vestiva la numero 10 bianconera nello scorso decennio.
Gli sviluppi societari hanno distolto sull’operato del tecnico bianconero che ha sicuramente gestito una stagione infernale che dal punto di visto sportivo ha vissuto un’altra delusione con l’eliminazione dalla Champions League prima e dalla Europa League poi.
L’unico aspetto positivo della stagione è il lancio definitivo dei giovani che devono rappresentare la base di ripartenza di una Juventus che deve cambiare filosofia e che si interroga anche sulla guida tecnica.
Al netto del contratto che lo lega alla Juventus, nella prossima stagione la Juventus probabilmente rinuncerà a calciatori con ingaggi pesanti come Rabiot, Di Maria e si interroga se sia giusto insistere su Allegri per cambiare un trend che vede i bianconeri lontani da alzare trofei da ormai 2 anni abbondanti.