Il pareggio contro il Torino ha evidenziato ulteriormente i difetti dei bianconeri
IL GIORNO DOPO – I derby, si sa, sono sempre partite a sè stanti. Le squadre, caricate in settimana dalle aspettative e dalle speranze dei tifosi della propria città, arrivano al calcio d’inizio con una determinazione diversa rispetto alle altre sfide, pronti a conquistarsi il titolo di campioni della stracittadina. La sfida tra Juventus e Torino è stata per molti aspetti simile a quella dell’andata, decisa da una rete quasi allo scadere siglata da Manuel Locatelli. Sono stati i granata a fare la partita, con la Juventus che ha pazientemente aspettato nella propria metà campo, pronta a colpire in velocità con l’ormai assodato tridente pesante. Con ogni probabilità l’aveva preparata così Massimiliano Allegri, che però si è dovuto arrendere al pressing della squadra di Juric e alla poca vena offensiva dei suoi ragazzi, che hanno chiuso i 90′ con appena 3 tiri in porta.
ILLUSIONE – Il gol del vantaggio bianconero, arrivato al 13′ grazie allo stacco imperioso di Matthijs De Ligt, aveva probabilmente illuso gran parte dei tifosi, pronti a gustarsi una serata tranquilla e a portarsi a casa i tre punti. La realtà dei fatti è però venuta ben presto a galla: dopo l’1-0, la Juventus è stata praticamente assente dalla metà campo in su. Analizzando la prestazione degli individui del tridente, è subito spiegata la serataccia: Paulo Dybala poco presente nelle trame offensive e costretto a chiedere il cambio a scopo precauzionale, Alvaro Morata sempre stoico in fase di copertura ma poco servito dai compagni. E poi, il capitolo Dusan Vlahovic: dopo aver incontrato, e sofferto, la grinta di Demiral nella sfida contro l’Atalanta, il serbo si è trovato davanti Bremer, uno dei migliori difensore del campionato per rendimento, che lo ha annullato fino al momento della sostituzione, avvenuta al 74′. Il centrale brasiliano è l’incubo dell’ex Viola: il 10 gennaio, in una delle ultime apparizioni con la maglia della Fiorentina, Vlahovic aveva dovuto fare i conti con il numero 3 granata e ne era uscito sconfitto, sia individualmente che nel risultato ( finì 4-0 per i ragazzi di Juric). Nel post partita è arrivata anche la tirata d’orecchie da parte di Allegri, ma niente drammi: il numero 7 è arrivato da poco, deve prendere confidenza con i compagni, con l’ambiente e con i ritmi. Tempo al tempo.
IN VISTA – Martedì è già tempo di Champions League. Il Villarreal è un avversario ostico, e la Juventus vista ieri è stata troppo brutta per essere vera: una prestazione così metterebbe subito in salita la qualificazione, considerando che la squadra allenata di Unai Emery ha, tra le mura amiche, un trend più che positivo ( non perde dal 27 novembre, 1-3 contro il Barcellona). Sarà fondamentale capire chi recupererà in difesa: ieri Alex Sandro è stato costretto ad agire da difensore centrale e sul gol di Belotti una parte di responsabilità è sua. Bonucci tenterà il recupero in extremis, mentre è certa l’assenza di Chiellini. Per contrastare il sottomarino giallo ci vuole una barriera poderosa, ma anche una contraerea decisa: ecco perchè sarà fondamentale resettare la mente e lavorare nel miglior modo possibile in questi pochi giorni che separano la Juventus da quella musichetta.