I 18 gol realizzati in 13 partite di campionato sono un dato allarmante per i bianconeri, orfani di un interprete adeguato che lì davanti illumini le partite.
Piove sul bagnato in casa Juventus. Il k.o. rimediato ieri sera contro l’Atalanta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, al termine di una settimana davvero “bollente”. Il tutto consumatosi nel fortino dello Juventus Stadium, che ormai tanto fortino non è più, dato che in questo scorcio di campionato Empoli, Sassuolo e Atalanta hanno raccolto un bel bottino tra le mura bianconere.
I dati di ieri sera recitano: eguagliato il peggior record casalingo, concessa una vittoria in trasferta alla Dea che mancava dal 1989 e i tifosi che sono scesi ufficialmente dal carro bianconero, travolgendo la squadra di fischi e cori nel corso dei 90 minuti. Così come è accaduto con la disfatta europea in Champions League, anche la partita di ieri sera ha messo in evidenza le problematiche di questa Juventus. Un atteggiamento troppo passivo e arrendevole dei vari giocatori, incapaci di reagire e restare compatti e molto spesso inclini a sfaldarsi come neve al sole. Un’idea di gioco non ben definita, che sembra puntare su una buona organizzazione difensiva e sulle ripartenze, ma che al contempo denota una scarsa fluidità nella manovra, una quasi pressoché assente precisione sotto porta, rarissimi squilli da parte degli interpreti maggiormente attesi e soprattutto pochissima determinazione.
Oltre ad una rosa con difficoltà tecniche ed una tattica discutibile, la Juventus sembra soffrire di un altro male davvero incurabile: i pochi gol messi a segno dal settore avanzato. I 18 gol realizzati in 13 partite di campionato dimostrano il perché i bianconeri attualmente si trovino ottavi in classifica, distanti diversi punti dai primi posti. I vari Morata, Kean e Dybala non hanno inciso come ci si aspettava, anche se l’argentino è stato condizionato da diversi infortuni muscolari. Aleggia l’ombra di Ronaldo? Ebbene sì, dato che la scorsa stagione il portoghese ha segnato ben 30 gol, supportato da un centrocampo (anch’esso finito sotto il banco degli imputati) che era praticamente il medesimo.
Difficile pensare che la Juventus possa investire in maniera consistente sul mercato in questa fase della stagione, considerando anche il bilancio societario e le passività finanziarie registrate negli ultimi due anni. Allegri potrebbe continuare ad utilizzare un modulo di gioco attendista, considerando anche le caratteristiche tecniche dei giocatori che ha a disposizione, con la società che, se si presentasse la giusta occasione, potrebbe però agevolare il tecnico acquistando un giocatore bravo dal punto di vista realizzativo. Ad esempio? Il sogno, come ormai noto da diverse settimane, è il centravanti della Fiorentina Dusan Vlahovic, ritenuto un vero bomber di razza. Va tenuto conto, però, che un solo giocatore non potrà sicuramente risolvere tutti i problemi della Vecchia Signora, che poco a poco deve ritrovare sé stessa, gettare le fondamenta di un nuovo progetto che attinga sia ai tratti distintivi del passato, ma con una finestra anche sul futuro e su un mondo, compreso quello calcistico, in continua evoluzione. Anche se la traversa colpita da Dybala al 95’ e la vittoria dell’Atalanta frutto dell’unica nitida palla gol dei bergamaschi sono motivo di rammarico, appellarsi alla sfortuna non può e non deve essere un alibi. Sebbene la mala sorte per quella lista di infortunati a cui, partita dopo partita, si aggiungono continue vittime non sia certo cosa buona e giusta.