Il tecnico bianconero non ha mai schierato gli stessi 11 in 34 giornate
ADDIO CERTEZZE – La sua forza è stata la compattezza di ogni reparto, da quello difensivo a quello offensivo. Per non parlare poi della consapevolezza dei propri mezzi, della propria forza. Queste le ragioni che hanno reso grande la Juventus, consentendole di dare vita ad un ciclo di vittorie durato ben 9 anni. Ma come tutto ha un inizio, tutto ha anche una fine. E la Juve targata Andrea Pirlo ne è una piena dimostrazione. Dopo 34 giornate di campionato, i bianconeri sono ancora alla ricerca di un’identità di gioco smarrita da tempo. Si affacciano alla volata Champions, e in particolare alla sfida contro il Milan senza certezze né un piano tecnico chiaro. L’unica speranza è affidarsi ai singoli, quelli fortunatamente non mancano.
MAI GLI STESSI UNDICI – Andrea Pirlo, il maestro, come spiega la Gazzetta dello Sport, non ha mai trovato la quadra giusta per la propria scolaresca. Lo conferma il fatto che in 34 giornate di campionato, ha utilizzato 34 formazioni differenti. Certo, cambiare sempre non deve essere visto necessariamente come un difetto. Massimiliano Allegri lo fece per 38 gare su 38 nel 2018-19 e in generale quasi sempre nel suo quinquennio bianconero. Però c’è sempre un però. In questo caso, le scelte del tecnico livornese erano finalizzate a dare comunque un’evoluzione all’aspetto tattico della Old Lady. Con Pirlo il discorso è notevolmente differente. Le basi di inizio stagione, si sono mano a mano smarrite. Un piano B se così vogliamo chiamarlo, non c’è mai stato. L’idea dell’ex allenatore dell’Under 23, prosegue la rosea, era quella di presentare un calcio propositivo e moderno. Pressing, difesa alta. Scalate difensive per difendere a 4 e costruire gioco a 3. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Mettere in pratica tutto questo, anche a causa di vari ostacoli come l’assenza di preparazione e amichevoli, formazioni rivoluzionate all’ultimo minuto a seguito della positività al Covid-19 di alcuni giocatori, non è stato però possibile. Se non in rarissime occasioni, come nelle sfide del Camp Nou contro il Barcellona e di San Siro contro il Milan. Il buongiorno purtroppo non si è visto dal mattino. Il progetto Pirlolandia di fanno non è mai tramontato. O per meglio dire non è mai sorto.
RUOLI E SMARRIMENTI – Danilo, salvo imprevisti, chiuderà l’anno come giocatore più utilizzato. In virtù della sua predisposizione a ricoprire vari ruoli. Terzino sinistro, destro, centrale e addirittura mediano. Anche gli altri punti fermi hanno ondeggiato su più ruoli. Il figlio d’arte Chiesa sulle due fasce, Cuadrado alto o basso, Bentancur play o mezzala. In seguito agli stop nel momento migliore di Arthur e McKennie, il nodo gordiano del centrocampo non si è potuto sciogliere. Kulusevski dopo un avvio promettente, ha smarrito la retta via. Gli esperimenti effettuati con Bernardeschi si sono rivelati un fiasco. Ramsey a causa di vari guai fisici, sembra essere sparito. E dire che era un punto chiave del progetto.
COME FARE QUADRATO – La via sulla quale procedere, sembra essere quella del classico 4-4-2. Modulo che contente agli esterni di muoversi più liberamente, in modo da creare più occasioni da rete. Il ritorno di Chiesa, che si aggiunge a Cuadrado, potrà rivelarsi funzionale per dare all’arma Ronaldo qualche palla in più per innescarsi. A centrocampo difficile rinunciare a Bentancur, ma Pirlo punterà su chi starà meglio da un punto di vista fisico. In questo senso le quotazioni di Rabiot sono in salita. Ma in ultimo, occorrerà ritrovare solidità difensiva, concentrazione fin dai primi minuti. E soprattutto carattere. Perchè per domare il diavolo, servirà una prova di forza collettiva.