Le parole dell’ex atalantino a La Nacion.
LA SPIEGAZIONE – Il Papu Gomez è tornato a parlare delle vicende che caratterizzarono gli ultimi giorni alla Dea. Il litigio con Giampiero Gasperini determinò la cessione del calciatore e la separazione dall’Atalanta.
“Gasperini voleva picchiarmi? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c’è un’aggressione fisica è già intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente del club [Antonio Percassi] e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l’allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l’allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu una riunione. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all’allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto lui era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all’Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tiro alla fune e i costi sono stati per me: sono stato separato dalla rosa e ho finito per allenarmi solo con le riserve”